«Non sarà  facile fermare il movimento»

INTERVISTA Parla Seth Tobocman, che si definisce «il fumettista» dell’Occupy Wall Street (e non solo)
L’«attivista grafico» Usa nelle sue strisce intreccia l’ impegno politico e sociale con quello artistico

INTERVISTA Parla Seth Tobocman, che si definisce «il fumettista» dell’Occupy Wall Street (e non solo)
L’«attivista grafico» Usa nelle sue strisce intreccia l’ impegno politico e sociale con quello artistico
Sono stati sgomberati dalla polizia nella notte fra martedì e mercoledì da Zuccotti Park, a New York, i manifestanti del movimento Occupy Wall Street (OWS), la protesta pacifica iniziata il 17 settembre scorso da giovani, studenti, lavoratori, disoccupati, indigenti. Strati mai coinvolti prima nelle lotte di piazza, tutti insieme contro la forte recessione, la precarietà e la crisi finanziaria. Il movimento, nato dalla rabbia e dal disagio e per denunciare il capitalismo finanziario e l’iniquità della distribuzione della ricchezza, ha occupato il parco nel cuore del distretto finanziario della grande mela. OWS, che ha raccolto anche la delusione degli elettori di Obama che si aspettavano misure diverse, ha presto contagiato quasi un centinaio di città in tutti gli Usa e in giro per il mondo. Un esempio seguito anche in Italia con le dimostrazioni degli indignati che l’11.11.’11 sono scesi in strada in cortei organizzati da collettivi e centri sociali sfilando dietro lo slogan di «occupy the streets, occupy the world».
A Bologna i «Draghi ribelli» e l’ «Accampata maggiore del mercato di mezzo» hanno occupato in pieno centro storico un ex mercato e un cinema chiuso da anni, a Roma sono di alcune settimane fa gli scontri davanti alla Banca d’Italia. Seth Tobocman, attivista grafico, icona della militanza visiva americana, è una delle voci del movimento OWS. L’illustratore americano, ospite nei giorni scorsi di Komikazen, festival del fumetto di realtà che si svolge da sette anni a Ravenna, ha partecipato attivamente all’occupazione che ha stupito per la sua trasversalità e popolarità, oltre che per il fatto di non essere settaria e non avere una linea precisa imposta dall’alto, e forse anche per questo relativamente tollerata.
La sua è una storia fatta di impegno politico e attivismo intrecciati all’arte. Da sempre interessato al fumetto entra presto in contatto con alcuni autori che lo introducono al mondo delle strisce underground. È con l’amico Peter Kuper che nel 1982 pubblica la fanzine indipendente World War 3 Illustrated. I suoi disegni, prevalentemente in bianco e nero e dal tratto semplice e stilizzato, vengono riprodotti su striscioni, volantini e manifesti dagli squatter di New York, di cui lui stesso ha fatto parte, e da altri movimenti. Le proteste contro gli sfratti gli ispireranno la Graphic novel war in the neighborhood. Nel più recente Disaster and Resistance, unico lavoro tradotto in italiano edito da Hazard, si concentra sugli avvenimenti che hanno segnato la storia americana in questi primi anni del 2000, ovvero il movimento no global, l’attacco alle torri gemelle, le guerre in Iraq ed Afghanistan, l’uragano Katrina. È dello scorso anno Understanding the crash sulla drammatica crisi economica. L’ultimo «progetto» è stato entrare in prima persona nel movimento OWS per cui ha realizzato murales, striscioni e gadget e che racconterà attraverso alcune strisce.
Il suo stile risente dell’influenza dei graffiti degli anni ’80 e dei disegni di Keith Haring. Le battaglie che ha abbracciato nella vita di tutti i giorni sono diventate materia su cui lavorare. Dopo gli effetti devastanti dell’uragano abbattutosi su New Orleans che ha dato il via alla speculazione immobiliare lasciando in ginocchio e senza casa gran parte della comunità nera, si è occupato di riscaldamento globale, fino ad appoggiare le dimostrazioni di OWS, composte da gente che non accetta gli abusi del mercato finanziario e lo scollamento profondo fra la vita quotidiana e le drastiche manovre finanziarie decise dai potenti sui mercati globali che colpiscono solo la gente comune. Pochi giorni fa abbiamo incontrato Seth Tobocman a Ravenna.
Cosa significa essere un artista attivista?
Preferisco definirmi un fumettista, il mio lavoro si basa su contenuti politici perché me ne occupo e mi interessano. Sono questi gli argomenti che ho scelto di trattare.
Quale valore politico e quale potere attribuisce alle immagini, che forza può avere questo linguaggio?
Le immagini hanno una loro identità, sono fondamentali per capire chi siamo e cosa facciamo. Così come quando gli esseri umani vivevano di caccia dipingevano gli animali anche oggi la gente ha bisogno di immagini che raccontino di loro e del mondo circostante.
Cosa diventerà il lavoro su OWS?
La prossima settimana a New York usciranno alcune pagine pubblicate su una piccola fanzine su Occupy Wall Street. Un movimento di disobbedienza civile che non ha chiesto il permesso per occupare gli spazi pubblici, nato in maniera spontanea e non violenta. In una NY che negli ultimi vent’anni è diventata sempre più regolamentata e dove gli spazi pubblici sono controllati, OWS ha rappresentato una boccata d’aria fresca. Si è ripresa gli spazi, per la prima volta si è potuto ballare e cantare per strada, montare tende nel parco senza che la polizia costruisse intorno delle barricate. Proprio per la sua valenza di movimento popolare non sarà facile fermarlo. Non mi aspettavo che durasse nemmeno più di un giorno, sono rimasto molto sorpreso. Non so dire perché sia successo, ma qualcosa di molto profondo sta cambiando a causa di questa grave crisi economica. Forse anche il governo si sta accorgendo che c’è qualcosa di sbagliato. Il comportamento irresponsabile di banche, corporation e multinazionali ha unificato la lotta. Credo che il modo per cambiare il mondo sia cambiare la realtà che si ha vicino, in cui si è calati.
Quale risultato significherà una vittoria per il movimento?
Non lo sappiamo ancora, penso che gli americani stiano vivendo una drammatica situazione economica e non hanno molte possibilità di esprimerlo politicamente con il sistema bipartitico visto che entrambe le parti sono scese a compromessi con le istituzioni finanziarie. C’è bisogno di trovare altre forme di pressione e OWS sembra interpretare le necessità che la gente ha ora. Fortunatamente i cittadini sono capaci di creare movimenti capaci di fare pressione.
I lavori di Seth Tobocman sono esposti in anteprima fino al 4 dicembre al museo MAR di Ravenna all’interno della mostra collettiva La maschera del potere. Le strisce dell’autore sono pubblicate in Italia dal settimanale Internazionale.

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