Paese sotto choc dopo le rivelazioni di una serie di omicidi xenofobi. Il ministro dell’Interno: estremismo di destra. Intelligence coinvolta
Paese sotto choc dopo le rivelazioni di una serie di omicidi xenofobi. Il ministro dell’Interno: estremismo di destra. Intelligence coinvolta Una serie di omicidi. Vittime: solo turchi e greci. Dietro ci sarebbe un nuovo gruppo neonazista, operante sin dal 2000. In Germania è allarme e sconcerto: anche perché sarebbe coinvolto il servizio segreto interno.
I servizi segreti tedeschi hanno coperto gli omicidi di un gruppo neonazista? Il sospetto, terribile, da ieri dilaga sulle prime pagine di tutti i giornali della Repubblica federale. È stato lo stesso ministro federale dell’Interno Hans-Peter Friedrich a sollevare la questione. Esiste una seria minaccia proveniente dall’estremismo di destra, ha detto il ministro che proviene dalle file della conservatrice Csu, e ha fatto esplicito riferimento alle indagini che hanno portato al chiarimento di ben nove omicidi di matrice xenofoba e all’uccisione di una poliziotta. Nel corso di queste indagini è emerso che i tre componenti del gruppo eversivo «Nationalsozialistischer Untergrund» (Nsu: Underground nazionalsocialista) accusati dei delitti erano noti al Bundesverfassungsschutz (Bvs), il servizio segreto interno della Repubblica già alla fine degli anni ’90. Ai tre, che tra il settembre del 2000 e l’aprile del 2006 avrebbero ucciso otto turchi e un greco e nel 2007 una poliziotta, funzionari dei servizi avrebbero fatto avere passaporti falsi e altri documenti, forse con l’obiettivo di utilizzarli come agenti di contatto con il variegato mondo delle organizzazioni neonaziste. Sta di fatto che Uwe Mundlos, Uwe Bönhardt e Beate Zschäpe si sarebbero serviti delle coperture per mettere in atto la lunga serie di omicidi, chiamati in Germania i Döner-Morde, gli assassinii dei venditori di doner-kebab, dal mestiere esercitato da due delle vittime.
La svolta nelle indagini è avvenuta ieri, dopo la cattura di un presunto complice dei tre. L’interrogatorio dell’uomo, Holger G., ha permesso di riannodare le fila delle ultime vicende. Venerdì della scorsa settimana, dopo un tentativo di rapina fallito, Mundlos e Bönhardt si suicidano in un camper ad Eisenach, in Turingia, mentre a Zwickau, nella vicina Sassonia, salta in aria la casa dove i due avevano vissuto insieme con Beate Zschäpe. Questa viene arrestata mentre cerca di fuggire con un passaporto fornito, pare, da Holger G. Nelle macerie dell’esplosione vengono trovati la pistola «Ceska» cal. 7,65 con cui sono stati commessi tutti i «delitti del doner-kebab», un dvd con la rivendicazione e materiale che fa pensare alla preparazione di nuovi attentati.
CELLULA EVERSIVA
Gli investigatori riprendono in mano i dossier custoditi sotto il nome dei tre negli archivi del Bvs in Turingia e salta fuori una storia inquietante. Mundlos, Bönhardt e Zschäpe erano noti ai servizi fin dal 1997 come componenti della cellula eversiva «Thüringer Heimatschutz» (difesa della patria turingia), un piccolo gruppo di fuoco responsabile di diversi agguati ed attentati. L’anno successivo erano entrati in clandestinità dopo che nel garage della donna la polizia aveva trovato una grossa quantità di esplosivo. Ma non erano stati persi d’occhio: secondo quanto riferiscono da fonti del Bvs vari giornali, ai tre da parte di uomini del servizi erano stati
forniti documenti falsi e protezione di cui sarebbe restata traccia in ben 24 fascicoli conservati negli archivi. La cosa più inquietante è che la connivenza non cessò neppure quando il terzetto, forse affiancato da altri, cominciò ad uccidere. La prima vittima fu, il 9 settembre del 2000, Enver S. un venditore di kebab di Norimberga. Seguirono altri otto omicidi in varie città: altri due a Norimberga, due a Monaco e poi a Rostock, Amburgo, Dortmund, Kassel. Ai tre viene addebitata anche l’uccisione di un’agente di polizia avvenuta durante una rapina nel 2007 a Heilbronn.
Dopo le rivelazioni e l’allarme lanciato dal ministro Friedrich c’è stata una valanga di dichiarazioni e prese di posizione. Il presidente della commissione di controllo del Bundestag sulle attività dei servizi segreti, il socialdemocratico Thomas Oppermann, ha chiesto un’indagine severa sulla Bvs. Richieste analoghe sono venute anche da esponenti degli altri partiti e molti hanno rilanciato la proposta di mettere fuori legge la Ndp, il partito neonazista «ufficiale» con cui il Nsu sarebbe legato. «La Repubblica federale è in uno stato di choc», titolava ieri lo Spiegel on line. La storia certo non finisce qui.
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