L'agenzia di intelligence che da 58 anni fa il bello e il cattivo tempo del paese, macchiandosi di molti crimini, è stata abolita. Al suo posto una struttura più agile e con meno poteri, ma più controllabile ">

Colombia, Santos: ‘Al Das cristiana sepoltura’


L’agenzia di intelligence che da 58 anni fa il bello e il cattivo tempo del paese, macchiandosi di molti crimini, è stata abolita. Al suo posto una struttura più agile e con meno poteri, ma più controllabile


L’agenzia di intelligence che da 58 anni fa il bello e il cattivo tempo del paese, macchiandosi di molti crimini, è stata abolita. Al suo posto una struttura più agile e con meno poteri, ma più controllabile

Il famigerato Das, Dipartimento amministrativo di sicurezza, ossia la potente intelligence che ha fatto e disfatto i piani più o meno leciti di tutti i presidenti da 50 anni a questa parte, raggiungendo il culmine della corruzione e del marcio nell’era Uribe, è stato abolito. La scorsa settimana il Decreto 4057 lo ha definitivamente soppresso, smistando alcune delle sue secondarie funzioni fra vari organi amministrativi, ma concentrando quello primario in una nuova agencia de inteligencia, la Dirección Nacional de Inteligencia, Dni. A seppellirlo? I suoi stessi peccati e gli scandali che ne sono seguiti.

“Il Das è un malato terminale. Diamogli cristiana sepoltura e creiamo un’entità nuova“, aveva detto Juan Manuel Santos nel lontano febbraio 2009 quando ancora era ministro della Difesa di Alvaro Uribe. Una frase che gli era costata l’ira del presidente e della sua cerchia, impegnati a negare la gravità dei delitti perpetrata da questo organismo direttamente legato alla Presidenza della repubblica, che ne tirava le fila. Ma il vaso di Pandora era ormai scoperchiato. Tre giorni prima, infatti, il settimanale colombiano Semana aveva pubblicato il primo di quelli che sono diventati poi oltre 50 articoli, sullo spionaggio illegale a magistrati della Corte, giornalisti e oppositori e Ong. Lo scorso 31 ottobre, dunque, Santos ha esaudito il suo desiderio, liquidandolo dopo 58 anni esatti dalla sua creazione.

E sia chiaro. La Dni aspira a essere molto di più di un cambiamento puremente di facciata e, almeno sulla carta, ha tutte le credenziali per essere un organismo moderno, diverso e a prova di corruzione. Anche se, come sanno bene i colombiani, questa ha infinite risorse per arrivare a ogni meta.

Ad occuparsi del colpo mortale al Das è stato Sergio Jaramillo, viceministro di Santos ai tempi della Difesa, colui che dopo la prima crisi del Das nel 2005, durante l’amministrazione di Jorge Noguera, aveva già capito che il Dipartimento era impossibile da sanare e iniziò a muoversi per progettarne uno tutto nuovo, riunendosi con i direttori dell’Intelligence di Usa ed Europa. Il risultato: una agenzia civile, strettamente di intelligence, senza le facoltà che aveva il Das e che si sono convertite in strumenti per corrompere e per essere corrotto. Adesso la Migrazione, il servizio di intercettazioni, la polizia giudiziaria, il registro dei delitti e il casellario giudiziario (che sarò eliminato) passano nelle mani di enti statali. Il fine della Dni sarà fornire al presidente informazioni che lo aiutino a prendere decisioni strategiche, non solo circa le minacce di terrorismo, ma anche in altri campi. Dovrà metterlo in allerta sui casi di corruzione ad alti livelli, nei ministeri e nella forza pubblica, e monitorare tematiche di sicurezza ambientale ed economica. Sarà dunque molto più contenuta rispetto al Das, con circa duecento funzionari ricercati fra i laureati delle migliori università. Ci sarà anche un ispettore generale che farà rapporto esclusivamente al presidente e potrà investigare e tenere sotto controllo i membri dell’agenzia e far sì che venga rispettata la nuova legge dell’intelligence. Il direttore sarà Álvaro Echandía, già comandante di Armata e esperto in spionaggio. Viene spontaneo pensare: ma come, non è la Dni un’agenzia civile? Un proposito importante ma che per ora resta tale, visto che non esistono uomini in Colombia altrettanto esperti di intelligence quanto un comandante militare.

E che fine fanno i circa 5000 funzionari del defunto Das? Quelli non beccati con le mani in pasta verranno trasferiti chi alla Procura, chi alla Polizia, chi alla Difesa Civile, chi agli Esteri, che maneggerà la migrazione, chi agli Interni. L’accademia del Das passerà alla Procura e tutte le armi che aveva in possesso alle entità autorizzate.

Sembra tutto calcolato, dunque, ma la realtà è imprevedibile. E anche spponendo che tutti i funzionari accetteranno volontariamente di essere trasferiti a nuovi incarichi e che l’omologazione di stipendi e posizioni sia completo, restano 1200 funzionari usciti dal Das negli ultimi due anni e non più inquadrati nell’amministrazione statale. Si tratta in molti casi di navigati detective e agenti segreti che hanno informazioni privilegiati su molte organizzazioni criminali e delinquenti di alto rango e l’essere disoccupati potrebbe portarli a cedere alla tentazione dei prestarsi a lavori illegali. E controllarli tutti è impresa ardua.

 

 

 

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