Un piccolo passo

BRASILE Sì a una Commissione per la verità .  Il senato federale del Brasile ha finalmente approvato la creazione di una Commissione per la verità  che dovrà  investigare sui crimini e abusi, violazioni dei diritti umani durante la dittatura militare del ’64-’85. Il progetto di legge era già  stato approvato dalla Camera dei deputati e ora andrà  per la firma alla presidente Dilma Rousseff, che non la farà  mancare avendo insistito con il Congresso perché approvasse la legge.

BRASILE Sì a una Commissione per la verità .  Il senato federale del Brasile ha finalmente approvato la creazione di una Commissione per la verità  che dovrà  investigare sui crimini e abusi, violazioni dei diritti umani durante la dittatura militare del ’64-’85. Il progetto di legge era già  stato approvato dalla Camera dei deputati e ora andrà  per la firma alla presidente Dilma Rousseff, che non la farà  mancare avendo insistito con il Congresso perché approvasse la legge.
La Commissione esaminerà i casi di abusi e crimini fra il 1946 e il 1988, ma il periodo più sensibile sono i 21 anni di regime militare. Tanto sensibile che una prima proposta per la creazione della Commissione verità, fatta dall’ex-presidente Lula da Silva sul finire del 2009, terminò in niente vista l’opposizione delle gerarchie militari, che minacciavano di dimettersi in massa, e dell’allora ministro della difesa, il centrista Nelson Jobim (del Pmdb, alleato di governo del Pt di Dilma), uno dei sei ministri costretto a dimettersi negli ultimi mesi dal governo di Rousseff dove era di nuovo titolare della difesa.
Ora ci riprova Rousseffe, una ex-guerrigliera incarcerata per anni e torurata sotto la dittatura.
Un passo piccolo, piccolo perché la Commissione potrà forse scoprire alcune verità nascoste ma non potrà fare niente di più. Infatti alle verità non seguiranno (salvo sorprese al momento impensabili e improbabili) i processi: la legge di aministia imposta dai militari nel ’79 – in realtà un’auto-amnistia anche se era valida erga omnes e quindi anche per coloro che avevano resistito armi alla mano ai gorilla – resta valida e la sua validità è stata confermata l’anno scorso dalla Corte suprmea.
Il Brasile presenta un record di crimini della dittatura numericamente molto inferiore a quello degli altri paesi del Cono sud: si calcola che siano intorno ai 500 le vittime, fra quelle uccise e quelle desaparecidas. Ma in compenso sono decine di migliaia quelle che hanno subito la tortura (una pratica in cui eccelleva il regime) e centinaia di migliaia quelli che sono stati costretti all’esilio, privati dei diritti civili e politici per anni e anni. «È una Commissione molto timida, molto più bassa che quelle di Cile e Argentina», ha detto il senatore Randolfo Rodrigues.
La Commissione sarà composta da 7 membri scelti dalla presidente e avrà due anni di tempo per redigere un rapporto finale. Si vedrà se sarà solo un pezzo di carta o se servirà per portare se non giustizia almeno un po’ di verità.

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