Preso il black bloc dell’assalto al blindato “Stava andando al corteo in Val di Susa”

Oggi la manifestazione dei No Tav. “Taglieremo le reti della zona rossa”.   Nell’area interdetta trenta “osservatori” del Movimento con pettorina. Cota: “Isolate i violenti” 

Oggi la manifestazione dei No Tav. “Taglieremo le reti della zona rossa”.   Nell’area interdetta trenta “osservatori” del Movimento con pettorina. Cota: “Isolate i violenti” 

CHIOMONTE (TO) – L´hanno bloccato a Chieti mentre cercava di raggiungere i boschi della val di Susa. Leonardo Vecchiolla, 23 anni, studente universitario, è accusato di tentato omicidio per aver partecipato all´incendio del blindato dei carabinieri in piazza San Giovanni a Roma. Vecchiolla era già salito altri volte su queste montagne che circondano il cantiere della Tav, possibile nuovo campo di battaglia dopo gli scontri del 3 luglio scorso.
La vigilia trascorre in un clima surreale, una tensione sottotraccia, la sensazione che nulla sarà scontato fino a quando non sarà trascorsa un´altra lunga domenica . Al campo sportivo di Giaglione, dove questa mattina alle 10 si ritroverà il popolo che si oppone al supertreno, ci sono più cronisti che militanti. Ai bordi del prato ci si scalda soprattutto per l´esito della partita tra la Giaglionese e una squadra di Torino, campionato Uisp. I padroni di casa vanno in vantaggio per 3 a 0 ma si fanno raggiungere nel finale. Il capovolgimento di fronte è sempre dietro l´angolo.
Il sentiero dei balconi, la strada che da Giaglione scende verso il cantiere, corre a mezza costa tagliando un bosco scosceso. Scappare giù da questa forra può essere molto pericoloso. A metà pomeriggio una trentina di amministratori locali e militanti no Tav scarpina per oltre due chilometri e arriva nel cuore del bosco a parlamentare con il comandate dei carabinieri di Susa che presidia i sentieri insieme a una pattuglia di Cacciatori di Sardegna: «Chiediamo di poter lasciare degli osservatori all´interno della zona rossa». La trattativa dura mezz´ora: trente osservatori accordati. Avranno una pettorina e serviranno «a evitare infiltrazioni», dicono quelli del movimento.
Ma la vera trattativa, quella che deciderà la giornata di oggi, non si svolge sotto i castagni di Giaglione. La rottura tra l´ala dura e quella più politica del movimento va in scena pubblicamente sul web. Con la componente che si definisce «black bloc» che accusa «i valsusini» di aver scelto una linea «pacifista»: «Non passate limoni ai valsusini e agli infami. Che se la cavino da soli, paladini dei miei stivali». Una spaccatura che riflette le due impostazioni emerse in questi giorni di vigilia: tra chi intende la manifestazione di oggi come il seguito di quanto è accaduto otto giorni fa a Roma e chi invece ritiene più utile non forzare, non spaventare l´area più moderata del movimento in vista di un lungo inverno di proteste di fronte al cantiere della Maddalena. La componente anarchica ripropone l´obiettivo annunciato nei giorni scorsi da tutto il movimento: «Taglieremo le reti del cantiere, tutti insieme, assumendoci i rischi di un gesto illegale».
Nel pomeriggio l´apparato delle forze dell´ordine prende posizione agli incroci strategici della vallata. Posti di blocco sulle strade che circondano i boschi di Giaglione e quelli, sul versante opposto, in località Ramat. Sono i due punti dai quali i sentieri scendono verso la zona rossa. Intorno alle 17 il sottosegretario all´interno, Michele Davico, perlustra la zona in elicottero: «Invito i manifestanti a isolre i violenti», dirà al termine della ricognizione. Un invito che tradisce grande preoccupazione. Oggi, fino a tarda sera, tutti saranno con il fiato sospeso. «Tutto sembra tranquillo», dicono i cronisti ai militanti sotto i castagni: «È vero», risponde Ludovico, uno degli amministratori. Ma aggiunge: «Potrebbe essere la quiete prima della tempesta».

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