MADRID — Il presidente dei Paesi baschi spagnoli, Patxi Lopez, ha sfoderato ieri tutto il suo equilibrio politico-dialettico per non precipitare in un baratro di polemiche. Il problema in effetti era un intreccio di libertà d’opinione, rispetto per l’arte, indipendenza accademica, sentenze e politica spagnola. Complicato, ma Patxi Lopez, astro nascente del calante Partito socialista, pare essersela cavata egregiamente. Giudicate voi.
MADRID — Il presidente dei Paesi baschi spagnoli, Patxi Lopez, ha sfoderato ieri tutto il suo equilibrio politico-dialettico per non precipitare in un baratro di polemiche. Il problema in effetti era un intreccio di libertà d’opinione, rispetto per l’arte, indipendenza accademica, sentenze e politica spagnola. Complicato, ma Patxi Lopez, astro nascente del calante Partito socialista, pare essersela cavata egregiamente. Giudicate voi.
La patata bollente è arrivata quando la giuria del Premio Literario Euskadi, composta da universitari e intellettuali indiscutibili nella regione, ha deliberato di concedere la palma per il 2011 a Joseba Sarrionandia, «artista originale», già dichiarato «miglior poeta basco» del 2002. Peccato che Joseba Sarrionandia sia anche un terrorista dell’Eta, condannato a 27 anni di carcere, autore di un’evasione «artistica» almeno quanto i suoi libri. Joseba Sarrionandia ha 53 anni e per metà della sua vita è stato (e continua ad essere) latitante. Le poche foto che circolano su di lui sono in bianco e nero, paiono quelle dei nostri brigatisti anche se non sono segnalati suoi movimenti in Brasile, ospite dell’altro terrorista-scrittore Cesare Battisti.
Joseba Sarrionandia è stato premiato per il suo libro Moroak gara behelaino artean giudicato (da chi ha potuto leggerlo) «differente», «animato da personaggi storici, riflessioni sulle guerre coloniali, confessioni personali, biografie curiose, idee politiche e sulla specificità delle lingue». Il terrorista-scrittore è un laureato in filologia basca, ex professore di fonetica e premiato per la sua opera narrativa sin dal 1986. Non ha mai rinnegato l’appartenenza all’Eta, il gruppo indipendentista basco responsabile di oltre 800 morti in 60 anni di attacchi al potere spagnolo. Nell’85 fuggì dal carcere nascosto nell’altoparlante di una rock band filo-indipendentista che si era esibita dentro le mura. Fu uno schiaffo ai servizi di sicurezza. Per i fanatici dell’Eta l’intelligenza di Davide contro la repressione del Golia spagnolo. La sua avventura ispirò il successo di un’altra band di rock duro e basco. Una vera icona local-popolare, insomma.
Di fronte al dilemma, il presidente socialista ha diramato un comunicato che, più o meno, dice: il governo basco rispetta la libertà della giuria, ma congela i 18 mila euro del Premio Euskadi per Joseba Sarrionandia, i cui meriti letterari non sono in discussione, fino a quando l’autore non avrà saldato il suo debito con la giustizia. Un dribbling conciso ed efficace.
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