Il black bloc fermato a Pisa. E a Roma cinque minorenni ai domiciliari Ventotto anni, ora è accusato di danneggiamento e resistenza aggravati
Il black bloc fermato a Pisa. E a Roma cinque minorenni ai domiciliari Ventotto anni, ora è accusato di danneggiamento e resistenza aggravati
ROMA – È stato identificato grazie a una fotografia che lo riprende mentre in piazza San Giovanni getta del liquido dentro il blindato dei carabinieri, che in quel momento stava già bruciando. Ventotto anni, pisano, è finito in carcere con l´accusa di danneggiamento e resistenza aggravati. Oltre a lui ieri sono stati arrestati, per la manifestazione del 15 ottobre, cinque minorenni romani.
Il giovane toscano è un disoccupato conosciuto dai carabinieri perché consumatore di droghe leggere. Proprio i militari di Castelfranco di Sotto (Pisa) che in passato avevano avuto a che fare con lui per gli stupefacenti lo hanno riconosciuto nell´immagine online. Sono andati a perquisirlo e a casa sua hanno trovato gli abiti che indossava il giorno della manifestazione. Lui si è difeso, sembra, dicendo che quel liquido era Coca Cola ma non ha convinto gli investigatori. Nell´immagine pubblicata online si vede il giovane di profilo che si sporge verso il blindato già in fiamme, da cui era già fuggito il carabiniere, e lancia del liquido da una bottiglia di plastica un po´ accartocciata. Impossibile dire se quel liquido fosse infiammabile ma l´immagine è piuttosto eloquente. Secondo gli investigatori l´arrestato, difeso dall´avvocato Riccardo Taverniti, non è un black bloc ma un cane sciolto, che spesso partecipa alle manifestazioni ma non appartiene ad alcun gruppo, più o meno organizzato.
Farebbero invece parte dei “Comunisti per l´organizzazione di classe” i cinque ragazzi romani arrestati all´alba di ieri. A fermarli sono stati gli agenti del vicequestore Gaetano Todaro, dirigente del commissariato Viminale. Giovanissimi (il più “anziano” ha 17 anni, gli altri quattro 16), nessun precedente, nessuna segnalazione di polizia, famiglie benestanti di media o alta borghesia, i cinque avevano un piccolo arsenale: due maschere antigas e un manico di piccone con l´impugnatura foderata di nastro adesivo. L´ordine di custodia ai domiciliari, firmato dal gip Adele Simoncelli elenca i reati di resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale, danneggiamento e incendio doloso.
I cinque ragazzi romani furono fermati durante la seconda fase degli scontri di Roma, quella avvenuta dopo le devastazioni in piazza San Giovanni. In caserma finirono in tutto undici giovani: i sei maggiorenni furono arrestati mentre i minorenni vennero rilasciati nella notte, con una semplice denuncia a piede libero. Ma gli elementi raccolti dalla questura, soprattutto foto e video che incastrano il quintetto hanno convinto il magistrato a firmare i provvedimenti.
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