Militarizzata ulteriormente la valle, zona rossa e posti di blocco. Manifestazione al via alle 10.30

Val di Susa, è il giorno della manifestazione e dell'annunciato taglio alle reti, con tutte le polemiche che questa immagine ha scatenato soprattutto dopo i fatti di Piazza San Giovanni, a Roma. Il sito Notav.eu avvertiva i manifestanti in arrivo: "Chi deve recarsi a Giaglione per commissioni e varie preveda un certo margine d'anticipo a causa dei numerosi posti di blocco presenti sulle varie strade. Consigliabili anche le catene a bordo (anche se il clima ed il periodo non le rendono obbligatorie) così togliamo pretesti a chi li sta vivamente cercando!".

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NO TAV

Militarizzata ulteriormente la valle, zona rossa e posti di blocco. Manifestazione al via alle 10.30

Val di Susa, è il giorno della manifestazione e dell’annunciato taglio alle reti, con tutte le polemiche che questa immagine ha scatenato soprattutto dopo i fatti di Piazza San Giovanni, a Roma. Il sito Notav.eu avvertiva i manifestanti in arrivo: Chi deve recarsi a Giaglione per commissioni e varie preveda un certo margine d’anticipo a causa dei numerosi posti di blocco presenti sulle varie strade. Consigliabili anche le catene a bordo (anche se il clima ed il periodo non le rendono obbligatorie) così togliamo pretesti a chi li sta vivamente cercando!”.

Militarizzata ulteriormente la valle, zona rossa e posti di blocco. Manifestazione al via alle 10.30

Val di Susa, è il giorno della manifestazione e dell’annunciato taglio alle reti, con tutte le polemiche che questa immagine ha scatenato soprattutto dopo i fatti di Piazza San Giovanni, a Roma. Il sito Notav.eu avvertiva i manifestanti in arrivo: Chi deve recarsi a Giaglione per commissioni e varie preveda un certo margine d’anticipo a causa dei numerosi posti di blocco presenti sulle varie strade. Consigliabili anche le catene a bordo (anche se il clima ed il periodo non le rendono obbligatorie) così togliamo pretesti a chi li sta vivamente cercando!”.

È la militarizzazione ulteriore della Val Susa, appunto dopo San Giovanni, che prevede vari punti di blocco di strade e una sorta di zona invalicabile, o Zona rossa, una definizione più che mai consona quest’ultima rispetto al clima avvelenato che è stato pompato dai media per tutta la settimana.

Il sito Notav.info ricorda ove ve ne fosse ancora bisogno le ricadute economiche dell’alta velocità:

4 CM DI TAV = 1 ANNO DI PENSIONE

3 METRI DI TAV = 1 SCUOLA MATERNA 4 SEZIONI

500 METRI = 1 OSPEDALE DA 1200 POSTI, 226 AMBULATORI, 36 SALE OPERATORIE

 Dalla mezzanotte di eri è entrata in vigore l’ordinanza del prefetto di Torino che dichiara off limits vie, strade, sentieri, prati e boschi che portano al cantiere. Tutti dovranno restare al di fuori della ‘zona rossa’, tranne una trentina di ‘osservatori scelti dai No Tav, metà per restare nella baita costruita vicino al cantiere, altrettanti all’interno della stessa zona rossa. Ma l’intento di tagliare le reti, a mani nude e volto scoperto, rimane. Nonostante, o forse anche per rispondere alla criminalizzazione della protesta, che dopo sabato 15 ottobre ha visto grandi titoli sui giornali e citazioni dirette da parte del Viminale.

La lotta della Val di Susa e il movimento No tav sono oggi forse il soggetto più riconosciuto da parte di un grande Movimento ancora in cerca di un equilibrio e di dinamiche comuni. Genova, luglio 2011, il loro spezzone era il più applaudito, sempre e rispettato. Forse perché difendono la terra, forse perché il senso ancestrale di quella natura e i piani della velocità, alta economicamente e nell’impatto, fanno riflettere tutti su cose che la fretta si porta via.

La manifestazione inizia alle 10.30.

PeaceReporter la seguirà attraverso il racconto della diretta di Radio Popolare Network

 

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