MILANO Il Comune valuterà caso per caso
Palazzo Marino alle prese con i tagli per sanare il bilancio, ferma gli sfratti per non tradire il vento che ha cambiato la città
MILANO Il Comune valuterà caso per caso
Palazzo Marino alle prese con i tagli per sanare il bilancio, ferma gli sfratti per non tradire il vento che ha cambiato la città
«Se il vento è cambiato fermate sfratti e sgomberi». Questo messaggio ieri è stato portato davanti alla facciata di Palazzo Marino dal Comitato degli abitanti delle case popolari di San Siro e dal centro sociale Cantiere. Questo è infatti uno degli indicatori più sensibili per segnalare che l’amministrazione di Letizia Moratti e dell’ex vicesindaco Riccardo De Corato è acqua passata e che con Pisapia qualcosa è cambiato davvero.
Fino allo scorso maggio non passava giorno senza che dal comune di Milano venisse diramato l’immancabile comunicato stampa che aggiornava continuamente l’elenco di famiglie cacciate a forza dalle case popolari dell’Aler perché abusive. Peccato che la lista d’attesa per avere una casa popolare a Milano superi le 40 mila unità. Un vero paradosso nella città che proprio da Moratti e soci è stata trasformata in un cantiere a cielo aperto dove si è continuato a costruire case destinate a rimanere invendute o ad essere acquistate da pochi facoltosi.
Proprio per questo il giorno dell’insediamento di Pisapia il Cantiere e il Comitato abitanti San Siro si erano subito presentati alle porte del Comune per chiedere al neo assessore alla casa, Lucia Castellano, di fermare quello stillicidio. Era lo scorso 20 giugno e l’assessore come primo atto pubblico decise di fermare gli sgomberi per tutta l’estate. Ora che l’estate è passata e gli sgomberi rischiano di ricominciare gli stessi manifestanti sono tornati per chiedere all’assessore Castellano di mantenere le promesse fatte. Non hanno ottenuto tutto quello che volevano ma le risposte che hanno avuto segnalano una forte differenza con l’epoca oscura di De Corato. Castellano gli ha incontrati insieme al responsabile dell’ufficio per la città Paolo Limonta e al consigliere Mirko Mazzali (Sel) e ha detto che gli sgomberi continueranno solo per quelli abusivi che «delinquono».
Per tutti gli altri il Comune pensa a soluzioni individuali. «Vi sono situazioni di abusivismo regolarizzabile – ha spiegato Lucia Castellano – Per tali casi stiamo aprendo una procedura di regolarizzazione. A titolo di esempio, le norme si riferiscono a casi di subentro a familiari defunti». Per quanto riguarda gli abusivi per necessità, ovvero quelle persone e quelle famiglie, che occupano perché non hanno altro modo per avere un tetto, gli sgomberi sono bloccati in attesa che entro la fine di ottobre vengano valutati caso per caso da una apposita commissione composta da dirigenti comunali, sindacati e esperti del settore. Per i manifestanti si tratta solo di un primo passo, ma certo i tempi bui sembrano passati.
«Questi interventi – ha concluso Lucia Castellano – si inseriscono in un Piano più vasto, che tende a valorizzare il patrimonio attraverso la ristrutturazione di 2.000 alloggi sfitti». Era questo uno dei punti qualificanti del programma di Pisapia. La giunta segna un punto proprio mentre decide tagli pesanti per sanare le magre casse comunali. A partire dalla scuola. Non è un buon segnale, per esempio, che in un quartiere di sinistra come Niguarda, dove è radicato un forte movimento per la scuola pubblica che è stato tra i maggiori attori della vittoria contro la Moratti, ci sia già malcontento perché mancano i soldi per garantire il servizio scuolabus.
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