Il videogame della zona rossa

OGGI LA MANIFESTAZIONE NO TAV Osservatori del movimento con telecamere nelle aree interdette

OGGI LA MANIFESTAZIONE NO TAV Osservatori del movimento con telecamere nelle aree interdette

 C’eravamo lasciati ieri raccontando il tentativo di smorzare la tensione e – forse com’era purtroppo inevitabile – ci ritroviamo oggi, il giorno della manifestazione di Giaglione, dopo aver passato una vigilia carica di allarmi. Una zona rossa raddoppiata e migliaia di agenti a controllarla, elicotteri che sorvolano e l’arresto a Chieti di uno studente irpino, presunto «black bloc», che gli inquirenti ritengono fosse in partenza per la Val Susa. Il movimento risponde con le parole d’ordine votate in assemblea giovedì, «volto scoperto e mani nude», confermando la volontà di raggiungere le reti di protezione del cantiere della Maddalena, ma anche quella di evitare incidenti. Proverà ad aggirare i blocchi per avvicinarsi con le cesoie – vere, di gommapiuma (portate dalla Cub) o di cartone (Movimento cinque stelle) – alla contestata recinzione.

L’ordinanza emessa dal prefetto Alberto Pace autorizza la manifestazione solo nell’area del campo sportivo, dove ci sarà il concentramento di «Diamoci un taglio». La zona off-limits blocca strade provinciali e comunali, prati e boschi a Chiomonte e Giaglione, pure i sentieri che scendono verso l’area archeologica. Da ieri, fin dall’alba, si sono intensificati i controlli e strette le maglie della zona rossa. Ma i No Tav non demordono: «Arriveremo lo stesso alle reti illegittime e le taglieremo. La nostra – ribadiscono – è disobbedienza civile». Un po’ come gli operai della Fiom tenteranno di riconquistarsi uno spazio per il corteo. Così, per tutta la giornata sperimenteranno percorsi alternativi: se si troveranno di fronte a un plotone di agenti (in totale 1.600 uomini fra polizia, carabinieri e guardia di finanza) torneranno indietro e cercheranno un altro passaggio. A proposito della «militarizzazione della Val di Susa» (ricordiamo anche i lince usati dall’esercito in Afghanistan), Sonia Alfano e Gianni Vattimo (Idv) insieme ad altri europarlamentari hanno scritto al presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy, della commissione Barroso e del parlamento Buzek per denunciare la gravità della situazione «inasprita in questi giorni».
Ieri la polizia ha chiesto a un gruppo di militanti No Tav di sgomberare la «baita Clarea», uno dei simboli del movimento, in piena zona rossa. Alla fine, ai valligiani presenti, identificati dalla Digos, è stato consentito di restare alla baita anche per la notte. Buona notizia: trenta osservatori con telecamere scelti dal movimento No Tav potranno restare oggi nelle zone interdette (dovranno indossare una pettorina di riconoscimento). L’accordo è stato preso, nel pomeriggio, tra i responsabili dell’ordine pubblico e alcuni rappresentanti del movimento. Il sottosegretario all’Interno Michelino Davico ha ripetuto l’invito ai manifestanti di «isolare i violenti» e si è detto pronto «ad ascoltare i No Tav».
Ma diamo un taglio alle questioni d’ordine pubblico, come suggeriscono i siti di movimento, l’oggetto del contendere rimane la Torino-Lione, che lo scorso 19 ottobre è stata inserita dall’Unione Europea tra le dieci opere «super prioritarie»: potrà contare su contributi comunitari fino al 40 per cento del costo totale, 3,2 miliardi di euro su un investimento complessivo che, per la tratta internazionale, è di 8,2 miliardi. Previsioni che invece il movimento smentisce: «Il Tav costerà 40 miliardi di euro in base alla proiezione di stima del costo finale, basata sull’andamento delle curve dei costi delle tratte Tav sinora realizzate in Italia. Quanto i tagli della finanziaria alla scuola, sanità e pensioni».
Oltre alla lotta in piazza continua lo sciopero della fame a staffetta, dopo Fabrizio è la volta di Peo. Ed è proseguito a Napoli il No Tav Tour. Hanno annunciato la loro presenza in corteo, oggi, Paolo Ferrero (Prc) e Giulietto Chiesa.

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