CILE Sotto accusa sette ex-ufficiali dell’esercito Sette ex militari saranno processati, in Cile, per il sequestro di tre uruguaiani, scomparsi subito il golpe militare dell’11 settembre 1973, che portò al potere Augusto Pinochet.
CILE Sotto accusa sette ex-ufficiali dell’esercito Sette ex militari saranno processati, in Cile, per il sequestro di tre uruguaiani, scomparsi subito il golpe militare dell’11 settembre 1973, che portò al potere Augusto Pinochet. I tre esiliati – Ariel Arcos Latorre, Juan Povaschuk Galeazzo e Enrique Pargadoy Saquieres – erano probabilmente militanti del movimento Tupamaros. Secondo il giudice Joaquín Billard, incaricato del procedimento, facevano parte di un gruppo di sette persone, che aveva cercato riparo in una miniera abbandonata nella zona di Cajón del Maipo, in attesa di recarsi in Argentina. Vennero, però, intercettati dalla polizia cilena, interrogati e torturati e poi trasferiti allo Stadio nazionale di Santiago, uno dei campi di sterminio della dittatura (1973-’90).
I sette accusati – Mateo Durruty Blanco, René Cruces Tapia, Francisco Martínez Benavides, Lander Uriarte Burotto, Gabriel Montero Uranga, Moisés Retamal Bustos, Guillermo Vargas Avendaño – erano alti ufficiali dell’esercito, specializzati in sequestri. Agivano nell’ambito del piano Condor, il patto siglato dalle dittature latinoamericane degli anni ’70-80 per eliminare gli oppositori ovunque si trovassero. Il Cile di Pinochet, l’Argentina di Videla, l’Uruguay di Bordaberry, la Bolivia di Banzer, il Brasile di Geiseld e il Paraguay di Stroessner, si prestavano mutua assistenza, col beneplacido della Cia. Del Condor si occuperà anche una commissione creata di recente nell’ambito del Mercosur, il Mercato comune del Cono sud (equivalente dell’Ue per l’America latina).
Il 18 agosto scorso, la Commissione Valech, incaricata di indagare sulle vittime della dittatura, ha presentato al governo un fascicolo sui crimini commessi da Pinochet: le vittime provate sarebbero oltre 40.280. Un calcolo al di sotto del reale, secondo le organizzazioni per i diritti umani, che avanzano invece la cifra di oltre 100 milioni. Nel ’91, un rapporto della Commissione nazionale di verità e riconciliazione – il rapporto Retting, dal nome del giurista Raúl Rettig -, certificò 2.296 casi di sparizioni forzate e omicidi. Un anno dopo, venivano aggiunti altri 899 casi di violazioni dei diritti umani. Nel 2003, venne creata la Commissione Valech (presieduta dal vescovo Sergio Valech), incaricata di completare i lavori della precedente in merito alle persone incarcerate e torturate per ragioni politiche.
In Cile, vi sono attualmente 350 procedimenti aperti per casi di sparizione, sequestro o tortura commessi durante i 17 anni di dittatura.
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