Tensioni nella centralissima piazza Syntagma di Atene, dove sono confluiti ben quattro cortei di manifestanti contro i tagli previsti dalle nuove misure di austerità  che saranno messe al voto parlamentare fra oggi e domani. ">

Grecia in piazza: scontri al Parlamento

scontri grecia 304

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Tensioni nella centralissima piazza Syntagma di Atene, dove sono confluiti ben quattro cortei di manifestanti contro i tagli previsti dalle nuove misure di austerità  che saranno messe al voto parlamentare fra oggi e domani.

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Tensioni nella centralissima piazza Syntagma di Atene, dove sono confluiti ben quattro cortei di manifestanti contro i tagli previsti dalle nuove misure di austerità  che saranno messe al voto parlamentare fra oggi e domani. Ed è proprio di fronte al grande edificio del parlamento greco, che circa 200 giovani, molti incappucciati hanno cominciato a lanciare molotov e pietre contro un cordone di poliziotti che ha lo scopo di impedire ai manifestanti l’accesso al palazzo. Le forze dell’ordine, in assetto anti-sommossa, hanno risposto sparando gas lacrimogeni sulla folla che – stando alle stime di polizia – avrebbe raggiunto la cifra record di 70mila presenze. Nel giorno in cui è partito lo sciopero generale voluto dai principali sindacati dei settori pubblico e privato, gli indignados sono scesi in piazza anche a Salonicco (nel nord) a Heraklion sull’isola di Creta e a Patrasso (nell’ovest) scandendo slogan contro il governo socialista di Georges Papandreou. Il suo pacchetto, che dovrebbe essere votato in via definitiva nella serata di domani, prevede soprattutto forti tagli ai salari e alle pensioni dei dipendenti pubblici, aumenti delle tasse e una sospensione degli accordi salariali di settore.

Circa 125mila persone stanno prendendo parte alle manifestazioni di oggi in Grecia, fra la capitale Atene, Salonicco e altre città, in concomitanza con il primo giorno di uno sciopero generale di 48 ore che ha ridotto il paese al blackout. È la stima fornita dalle forze dell’ordine, che parlano di una cifra record di manifestanti dall’inizio della crisi nel 2010.

Ad Atene, quattro differenti cortei, per un totale di oltre 70mila persone sono confluiti nella centralissima piazza Syntagma davanti al parlamento, dove ieri sera è iniziato il dibattito sulle nuove misure di austerità destinate a impedire il default che rischia di provocare una crisi nella zona euro. Si tratta di una manifestazione-record dall’avvio della crisi del debito, in cui finora le iniziative di protesta avevano radunato al massimo 70mila persone (nel maggio 2010 ad Atene dietro convocazione dei sindacati, e nel maggio 2011 chiamate a raccolta dagli indignados).

I manifestanti – che si oppongono al nuovo piano di austerity che dovrebbe essere messo ai voti domani sera dal parlamento – sono scesi in piazza anche a Salonicco (nel nord) a Heraklion sull’isola di Creta e a Patrasso (nell’ovest) scandendo slogan contro il governo socialista di Georges Papandreou. Il suo pacchetto prevede soprattutto forti tagli ai salari e alle pensioni dei dipendenti pubblici (che potranno essere d’ora in poi licenziati), aumenti delle tasse e una sospensione degli accordi salariali di settore.

Nel corteo di Atene, sugli striscioni appesi al parlamento si legge più volte la richiesta che «il governo se ne vada subito». Un altro striscione ben visibile sull’edificio del ministero della Sanità reca la scritta «prendete il vostro memorandum e andatevi a nascondere» in riferimento all’accordo sottoscritto nel maggio 2012 dal governo socialista, che già subordinava il malcontento sociale alle richieste dell’Unione Europea e del Fondo monetario internazionale.

Il paese, che funziona ormai al rallentatore da un paio di settimane per via del moltiplicarsi di rivendicazioni a livello settoriale, dovrebbe quindi restare paralizzato per due giorni interi, almeno nelle intenzioni dei due grandi sindacati del paese, l’Adedy e il Gsee (che rappresentano rispettivamente i dipendenti pubblici e quelli privati). Si tratta del quinto sciopero generale dall’inizio dell’anno, e il secondo di 48 ore dalla fine di giugno.

Durante questo periodo, il parlamento greco ha preso in esame le nuove misure di austerità il cui voto è atteso per domani, in vista dei vertici europei del fine settimana. Tra gli interventi più osteggiati dagli aderenti allo sciopero, l’annuncio del governo il mese scorso di nuovi pesantissimi tagli che prevederebbero per un anno la riduzione degli stipendi del 60 percento a circa 30mila impiegati.

L’azione di lotta avviene del resto mentre i leader dell’Unione europea stanno cercando di fissare le linee di un nuovo pacchetto di salvataggio in tempo per il vertice di domenica prossima (preceduto da due riunioni dei ministri delle Finanze, prima in formato Eurogruppo e poi Ecofin), in cui dovrebbero essere concordate misure per proteggere il sistema finanziario regionale dal rischio del default greco.

Tornando sul fronte interno, Papandreou può contare su una maggioranza di soli quattro seggi, ma dovrebbe comunque riuscire a vincere la prova parlamentare, contando forse sull’appoggio di qualche piccolo gruppo d’opposizione. Ma la disciplina di partito è a rischio: già lunedì scorso un deputato del Pasok si è dimesso per protesta e almeno altri due hanno minacciato di votare contro una parte del pacchetto. Un primo voto sul complesso delle misure si terrà questa sera, mentre domani si voterà sulle singole parti del provvedimento. Il pacchetto prevede, fra l’altro, forti tagli ai salari e alle pensioni dei dipendenti pubblici, aumenti delle tasse e una sospensione degli accordi salariali di settore.

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