Occupy Wall Street fermati dalle forze dell'ordine solo per aver invaso la carreggiata stradale. Ma si sono guardati bene dal raccontare la storia di Antony Bologna, alto ufficiale di polizia finito sotto inchiesta - e rapidamente nei guai - per aver spruzzato spray al peperoncino sulla faccia di alcune donne fermate durante la marcia del 24 settembre a Union Square. ">

Bologna, l’agente senza volto

 Com’è lontana l’America quando si tratta di identificare un poliziotto che in piazza c’è andato decisamente troppo duro contro i manifestanti! Ci hanno ricordato fino alla nausea, i manettari nostrani, delle vagonate di “indignados” di Occupy Wall Street fermati dalle forze dell’ordine solo per aver invaso la carreggiata stradale. Ma si sono guardati bene dal raccontare la storia di Antony Bologna, alto ufficiale di polizia finito sotto inchiesta – e rapidamente nei guai – per aver spruzzato spray al peperoncino sulla faccia di alcune donne fermate durante la marcia del 24 settembre a Union Square.

 Com’è lontana l’America quando si tratta di identificare un poliziotto che in piazza c’è andato decisamente troppo duro contro i manifestanti! Ci hanno ricordato fino alla nausea, i manettari nostrani, delle vagonate di “indignados” di Occupy Wall Street fermati dalle forze dell’ordine solo per aver invaso la carreggiata stradale. Ma si sono guardati bene dal raccontare la storia di Antony Bologna, alto ufficiale di polizia finito sotto inchiesta – e rapidamente nei guai – per aver spruzzato spray al peperoncino sulla faccia di alcune donne fermate durante la marcia del 24 settembre a Union Square. Questo signore, che poi è uno dei supervisori del New York Police Department, è stato identificato attraverso il fotogramma di un video che lo ritraeva mentre compiva il gesto. Un frame analizzato, elaborato e sparato in rete dal collettivo Anonymous. E malgrado nel financial disctrict di Manhattan quel giorno ci fossero centinaia di poliziotti, l’uomo è stato identificato – che fosse riconoscibile o no dal volto – dal codice stampato sulla divisa di tutti gli agenti Usa.
Bologna, che coincidenza
Sì, perché quel nome corrisponde proprio alla città dove – è notizia di ieri – una pm coraggiosa, Morena Plazzi, ha aperto d’ufficio un fascicolo contro ignoti, ipotizzando il reato di lesioni volontarie, riguardo la manganellata sferrata da un poliziotto sul volto di una giovanissima manifestante, Martina, durante l’assedio degli “indignati” alla sede bolognese della Banca d’Italia del 12 ottobre. La ragazza, come si vede nell’unica foto che immortala l’attimo, sta scappando come tutti e si gira indietro per guardare il poliziotto che la rincorre (ritratto, ahinoi, solo di schiena) mentre le sferra il colpo di manganello che le porterà via quattro denti e le comporterà «lesioni permanenti alla masticazione». Quali siano le possibilità del pm di identificare l’uomo, al di là delle responsabilità apicali, non è dato saperlo. Purtroppo da noi gli agenti sono in incognito come i black bloc e di codici identificativi sulle divise neanche a parlarne. Però gli indignados nostrani andrebbero pure avvertiti. Ma ragazzi, avete per caso dimenticando il monito dei cari antenati, become the media? Non sarà il caso di aggiornare, perfino mettendosi in coda all’alba, gli strumenti da videomaker?

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