Arrestato Er pelliccia, il ragazzo con l’estintore

LE INDAGINI Lui: «Volevo spegnere le fiamme»
Si chiama Fabrizio Filippi e studia psicologia. Il padre: «Era uscito per andare all’università »

LE INDAGINI Lui: «Volevo spegnere le fiamme»
Si chiama Fabrizio Filippi e studia psicologia. Il padre: «Era uscito per andare all’università »

 Ha le idee un po’ confuse, «Er pelliccia», quando cita sulla sua bacheca di Facebook Adolf Hitler ma da anarchico in un altro post dice di odiare lo stato e poi incita alla socializzazione dei saperi e al mediattivismo indignato. E’ stato arrestato ieri e suo malgrado è diventato il modello dell’incappucciato tipo, anche se con ogni probabilità non lo rappresenta nemmeno. Si chiama Fabrizio Filippi, ha 24 ed è il classico ragazzo di buona famiglia, genitori impiegati originari di Viterbo che si sono trasferiti a Bassano romano.

Lui, iscritto alla facoltà di psicologia, giocatore di tennis, pare abbia qualche precedente per possesso di stupefacenti, ma niente di più e ora potrebbe incarnare il volto «cattivo» del 15 ottobre. Una posizione delicatissima, che comprende anche il padre: «E’ meglio che non parlo altrimenti peggioro la situazione. Mio figlio non ha mai fatto politica né frequenta centri sociali, non so cosa sia successo. So solo che sabato è uscito con jeans e maglietta per andare a Roma all’università», ha detto ieri. Ma pare che proprio i genitori abbiano aiutato le forze dell’ordine riconoscendo il figlio nei diversi fotogrammi che lo ritraggono. Dal lancio dell’estintore, l’immagine che ha fatto il giro del mondo, a Filippo con il volto scoperto che alza il dito medio ai fotografi. «Sei uno stupido», gli avrebbe detto sconcertato il padre la domenica dopo gli scontri. Ma la scelta, quella di denunciare il proprio figlio, se fosse confermata potrebbe far discutere e dividere ancora una volta tra chi incita sul web a consegnare i «neri» e chi invece la definisce delazione e la ritiene una pratica disonorevole.
Ieri mattina, quando la Digos si è recata nella sua abitazione per prelevarlo il ragazzo si è reso conto della gravità del gesto, e intimorito si è difeso: «Non sono un black bloc, volevo spegnere le fiamme». Chiaramente la versione non regge, e adesso Filippo rischia di essere accusato per resistenza pluriaggravata, reato che prevede una pena dai tre ai 15 anni di carcere. Insieme a lui oggi verranno interrogati altri 12 ragazzi fermati nelle ultime 24 ore e che provengono da tutta Italia, tra loro un’estetista, il figlio di un funzionario di banca, un ragazzo che da tempo vive a Barcellona, a dimostrazione di una rabbia che attraversa le classi sociali e non ha un ceto di riferimento. Questi nuovi arresti si aggiungono ai trenta fermati il 15, e anche in questo caso si tratta di giovanissimi sotto i trenta, di cui 6 minorenni e 4 ragazze. Per 12 sono stati convalidati gli arresti.

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Quattro indagati anche A BOLOGNA

 per la manifestazione degli indignati di mercoledì scorso davanti a Bankitalia e poi all’Unep, l’Ufficio notifiche esecuzione e protesti del tribunale, dove erano stati buttati registri e documenti dalla finestra. I quattro indagati devono rispondere di manifestazione non preavvisata, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Due dei quattro indagati sono accusati anche di danneggiamento e rapina per il blitz all’Unep.

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