Ungheria, funerali nazisti per il boia di Novi Sad

Folla di nostalgici e rito solenne per l’ex gerarca.  Sandor Kepiro, ufficiale del regime alleato di Hitler era stato accusato di crimini contro l’umanità 

 

Folla di nostalgici e rito solenne per l’ex gerarca.  Sandor Kepiro, ufficiale del regime alleato di Hitler era stato accusato di crimini contro l’umanità 

 
berlino – Funerali in pubblico, con simboli e uniformi dei nostalgici del regime alleato di Hitler fino all´ultimo, per un ex militare ungherese accusato dal Centro Simon Wiesenthal di crimini di guerra a fianco dei nazisti, ma assolto nel luglio scorso da un tribunale magiaro. Sandor Képiro, ex ufficiale della Csendorség, la gendarmeria della dittatura di Horthy, è stato sepolto nella sua cittadina natale di Sarkad. Era morto il 3 settembre. In luglio, il processo a suo carico – indetto dopo le denunce del Centro Wiesenthal – si era concluso con un´assoluzione per insufficienza di prove, che aveva causato vive proteste del Centro Wiesenthal stesso. L´ultimo saluto al cimitero si è trasformato in una manifestazione aperta dell´ideologia di odio politico e razziale dell´ultradestra, sullo sfondo del clima creatosi in Ungheria da quando i nazionalconservatori del premier Viktor Orban e del suo partito, Fidesz, sono tornati al potere.
«È stato un vero ungherese fedele alla patria e all´onore», hanno scritto blog e siti online dell´estremismo. Al funerale di Sandor Képiro hanno partecipato circa 500 persone. Inclusi alcuni deputati del partito ultrà e razzista Jobbik (opposizione, perché persino più a destra del partito di governo), veterani della Gendarmeria e delle forze armate collaborazioniste magiare, giovani con l´uniforme nera della Magyar Gàrda, la milizia di Jobbik ufficialmente vietata dal governo di Orban, ma che si fa vedere e agisce ogni giorno indisturbata, con minacce e violenze contro i rom, altre minoranze, avversari politici. Képiro era accusato per la strage di Novi Sad, nell´allora Jugoslavia occupata dall´Asse: i fascisti ungheresi uccisero almeno 1.200 tra ebrei e sospetti partigiani. Il grande regista Miklos Jancsò narrò la tragedia nel film “Hideg napok” (I giorni freddi).

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