Torino, prove generali di indignazione

MOVIMENTI Fiom, pensionati e studenti piantano le tende a piazza Garigliano, la Puerta del Sol del Piemonte

MOVIMENTI Fiom, pensionati e studenti piantano le tende a piazza Garigliano, la Puerta del Sol del Piemonte

Per essere stata una prova generale di indignazione si può dire che è riuscita. La Fiom è scesa in piazza, insieme ai movimenti, per attendere l’alba e l’arrivo dei manifestanti dello sciopero generale indetto per oggi dalla Cgil. Ha piantato le tende in piazza Carignano, più piccola e raccolta di Puerta del Sol a Madrid, ma altrettanto simbolicamente importante: è la sede del primo parlamento italiano. Sono arrivati studenti e pensionati, No Tav e tute blu, per reclamare ascolto e denunciare un attacco ai diritti senza precedenti da parte del governo Berlusconi, artefice di una «manovra iniqua e sbagliata».
Un prologo dello sciopero rumoroso, in bilico tra musica e parole, organizzato dai metalmeccanici della Cgil con le Officine Corsare e Terra del Fuoco. Titolo significativo: «Indignarsi non basta». «Siamo alla stretta finale della manovra – ha sottolineato Federico Bellono, segretario Fiom Torino – e quello che dicevamo un mese si sta rivelando: un attacco frontale allo Statuto dei lavoratori, al contratto nazionale e all’articolo 18». L’ultimo assalto sono le modifiche all’articolo 8, che se diventeranno legge avranno effetti dirompenti sulla condizione di lavoro e sulle relazioni industriali: licenziamenti più facili e senza giusta causa, accordi “fai da te”. E in tutto questo ci sarebbe lo zampino della Fiat. «L’articolo 8 è un decreto Marchionne – ha ribadito Giorgio Airaudo, responsabile nazionale auto Fiom – perché senza Pomigliano, senza le troppe lusinghe arrendevoli non saremmo arrivati qui. Per mantenere la promessa fatta alla Fiat il governo mette a rischio diritti costituzionali. È un’aberrazione il licenziamento per accordo sindacale. Fim e Uilm se vogliono fare qualcosa di concreto tolgano le firme dagli accordi di Pomigliano e Mirafiori». Poi, ha aggiunto: “Bisogna fermarli e costruire il cambiamento». Partendo da una piazza laboratorio? «Non so se la nostra iniziativa possa considerarsi un laboratorio politico, certo c’è un grande vuoto politico che viene oggi colmato da associazioni e movimenti. Il più grande risultato democratico di questo paese è stato il successo dei referendum e il referendum si può usare anche sull’articolo 8». E sulla discesa in campo di Alessandro Profumo, Airaudo commenta: «L’idea che un tecnico che viene dal sistema bancario possa essere colui che ci risolve i problemi è una follia di questi tempi». Finita la prova generale, l’indignazione continuerà, con nuovo presidi, almeno fino al 15 ottobre giornata mondiale degli indignados.

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