No-Tav, linea dura dei magistrati “Le donne fermate restino in carcere”

Il gip convalida i provvedimenti eseguiti dopo gli scontri di venerdì notte: in manette una assistente sociale e una studentessa ventenne.  Il timore è che dopo la pausa estiva la tensione in Val di Susa torni a salire

Il gip convalida i provvedimenti eseguiti dopo gli scontri di venerdì notte: in manette una assistente sociale e una studentessa ventenne.  Il timore è che dopo la pausa estiva la tensione in Val di Susa torni a salire

TORINO – L´invito del ministro degli Interni Roberto Maroni a rispondere con fermezza agli attacchi dei No Tav è stato prontamente recepito. Rimarranno in carcere le due donne fermate venerdì notte durante gli scontri al cantiere di Chiomonte. Ieri mattina infatti il giudice per le indagini preliminari ha convalidato i fermi, senza accogliere le richieste di libertà o attenuazione delle misure avanzate dagli avvocati che si appellavano alla mancanza di prove. Il fatto di essere in prima linea e nel gruppo è bastato. Anche se entrambe sono incensurate. Elena Garberi, 39 anni, di Chiomonte, è un´assistente agli anziani, e Marianna Valenti, 20 anni, è una studentessa di Rovereto residente a Torino. Entrambe in aula hanno dichiarato di non aver lanciato pietre, né preso parte agli scontri. Garberi, in particolare, ha spiegato di essere lì come infermiera per aiutare a prestare soccorso ai feriti. Non la pensa così la procura: il procuratore aggiunto Andrea Beconi ha contestato alla donna, difesa dall´avvocato Gianluca Vitale, l´aggravante di aver avuto con sé uno zaino con dentro farmaci come il Maalox, per attenuare le conseguenze dei lacrimogeni, guanti da lavoro e non solo da primo soccorso, e una maschera antigas. Il gip ha ritenuto valida questa impostazione. Ed è un chiaro segnale al movimento contro l´alta velocità quello che arriva dal palazzo di giustizia di Torino: un “pugno duro”, che si allinea all´esasperazione delle forze dell´ordine continuamente “sotto attacco”, e del crescente numero di fascicoli (oltre una cinquantina) che quasi ogni giorno si aprono in procura.
Ma la battaglia dei No Tav non accenna a diminuire d´intensità. E quest´autunno si giocherà non solo via terra, con i presidi all´area della Maddalena di Chiomonte, ma anche nelle aule dei tribunali amministrativi. Davanti al tar del Piemonte pendono infatti due ricorsi portati avanti dagli avvocati Vincenzo Enrichens e Domenico Fragapane per conto di proprietari e comunità montana contro le ordinanze di esproprio dell´area su cui insiste il cantiere: «Si tratta di una occupazione di fatto ma non di diritto – ha spiegato l´avvocato Enrichens – i procedimenti di esproprio sono stati annunciati ma non sono mai stati fatti, ed è tutto sospeso: per questo riteniamo che i sequestri di queste aree non siano legittimi». Davanti al Tar del Lazio si giocherà invece un´altra importante partita: gli avvocati stanno infatti preparando l´impugnazione del progetto preliminare del tunnel di base.

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