Polemiche per la nuova provocazione del leader dell'Msi-Destra Nazionale, che ha convocato un'adunata della sua milizia neonazista nel capoluogo ligure per il 24 e 25 settembre. Saya a PeaceReporter: "Solo una riunione in luogo privato" ">

Le camicie brune di Saya a Genova

Polemiche per la nuova provocazione del leader dell’Msi-Destra Nazionale, che ha convocato un’adunata della sua milizia neonazista nel capoluogo ligure per il 24 e 25 settembre. Saya a PeaceReporter: “Solo una riunione in luogo privato”

Polemiche per la nuova provocazione del leader dell’Msi-Destra Nazionale, che ha convocato un’adunata della sua milizia neonazista nel capoluogo ligure per il 24 e 25 settembre. Saya a PeaceReporter: “Solo una riunione in luogo privato”

Tornano alla ribalta le milizie neonaziste di Gaetano Saya. Il plurindagato leader dell’Msi-Destra Nazionale – ultimamente in ottimi rapporti con il “responsabile” Domenico Scilipoti – ha convocato a Genova, per il 24 e 25 settembre, una adunata delle sue camicie brune della “Legioni per la Sicurezza e la Difesa della Patria” (ex ‘Guardia Nazionale Italiana’) “per la prima raccolta di candidati, inquadrati in ‘Formazioni in Camicia’ per le prossime elezioni politiche” nelle liste del nascituro Partito Nazionalista del Popolo Italiano: formazione politica che propugna, tra l’altro, la cittadinanza “solo per chi di sangue italiano“, l’espulsione di tutti “i non-italiani”, la condanna a morte di “usurai, profittatori e politicanti”, la chiusura dei giornali “che contrastano con l’interesse della comunità” e di ogni organizzazione “che esercita un influsso disgregatore sulla nostra vita nazionale”.

“L’incontro di Genova – ha dichiarato Saya a PeaceReporter – non sarà una manifestazione pubblica, nessuna sfilata di camicie brune. Sarà una riunione politica che avrà luogo in un luogo privato, che non comunichiamo per ovvie ragioni di ordine pubblico. Perché se si sapesse e quelli dei centri sociali si scatenano poi magari ci va di mezzo qualche povero agente o ci scappa addirittura il morto. La scelta di Genova, poi, non vuole essere assolutamente provocatoria: abbiamo deciso di incontrarci lì semplicemente perché ci saranno diversi dirigenti del Partito Nazionalista provenienti da Liguria e Piemonte. Non capisco perché montare tutto questo caso, quando nessuno ha battuto ciglio per la nostra riunione di luglio alla Camera dei deputati, ospiti dell’onorevole Scilipoti. Tra l’altro a Genova forse ci sarà pure lui”.

La notizia dell’iniziativa genovese di Saya ha comunque suscitato le immediate proteste di partiti della sinistra, della comunità ebraica e delle associazioni omosessuali. Il responsabile Sicurezza del Partito Democratico, Emanuele Fano, “chiede al governo atti concreti per impedire a questo personaggio di proporre l’arruolamento di una simile milizia”. Il segretario genovese di Sinistra e Libertà, Valerio Barbini, chiede l’intervento del prefetto per bloccare questa “pericolosissima goliardata”. Il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, nipote del rabbino di Genova, rivolge un appello al sindaco e al questore del capoluogo ligure e al ministro degli Interni affinché “prendano tutte le iniziative possibili” contro “un personaggio inquietante come Saya”. Arcigay Arcilesbica chiede di “impedire l’insultante adunata di nazisti il cui programma è una crociata contro comunisti e ‘zingari’, stranieri e omosessuali”.

Ci sono poi le bellicose dichiarazioni dei centri sociali, che suscitano timori per l’ordine pubblico: “Non tollereremo assolutamente provocazioni di questo genere”, ha dichiarato Matteo Jade, portavoce del centro sociale genovese Zapata. “In questo momento dobbiamo pensare alle cose serie e stare tutti uniti. Mentre questi signori fomentano solo divisioni e odio razziale. Se sarà necessario, indiremo a Genova una manifestazione nazionale di tutti i centri sociali», dice di Matteo Jade, portavoce del centro sociale genovese Zapata.
Il pensiero corre inevitabilmente alla rivolta antifascista di Genova del 1960.

Per ora l’unica reazione istituzionale è quella dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (Unar) del ministero delle Pari Opportunità, che a fine agosto ha aperto un’istruttoria in relazione agli scritti di Saya sul sito del PNPI che incitano all’odio razziale e contro gli omosessuali: dichiarazioni che potrebbero essere sottoposte dal ministero alla Procura della Repubblica in presenza di ‘notizia di reato’.
Negli anni scorsi Gaetano Saya è stato già indagato dalla Procura di Milano: sia in relazione alla costituzione della ‘Guardia Nazionale Italiana’ che alla precedente polizia parallela del ‘Dipartimento studi strategici antiterrorismo’ (Dssa), per cui è brevemente finito anche dietro le sbarre.

Nonostante questo, Saya continua a mostrarsi in uniformi paranaziste e a svolgere propaganda politica razzista, golpista e liberticida. Come l’ultimo videoappello di agosto, in cui si presenta come leader delle “legioni per la sicurezza e la difesa della patria: associazione di carattere militare che persegue anche, indirettamente, scopi politici“, rivolgendo un’appello a tutte le forze armate perché aderiscano al Partito Nazionalista al fine di instaurare un “governo autoritario” che sappia “ripulire l’Italia dai non-italiani”.
Certamente folklorismo di cattivo gusto, ma comunque anticostituzionale e potenzialmente pericoloso.

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