Gli «indignati» si infiammano

Scontri in piazza Montecitorio durante le votazioni. Da Napoli arrivano le intercettazioni di Lavitola. Domani arrivano quelle con Tarantini da Bari MONTECITORIO Petardi, uova, fumogeni e manganellate davanti a Montecitorio: 10 feriti

La tensione sale dopo il voto della manovra. Piazza sgomberata: «Ma torneremo»

Scontri in piazza Montecitorio durante le votazioni. Da Napoli arrivano le intercettazioni di Lavitola. Domani arrivano quelle con Tarantini da Bari MONTECITORIO Petardi, uova, fumogeni e manganellate davanti a Montecitorio: 10 feriti

La tensione sale dopo il voto della manovra. Piazza sgomberata: «Ma torneremo»

 ROMA. È stata una giornata di protesta e di rabbia, ieri, fuori dalla Camera culminata con forti momenti di tensione non appena dal presidio di piazza Montecitorio inizia a piovere di tutto. Fumogeni, petardi, addirittura qualche scarpa e diverse uova. La rabbia della piazza dell’indignazione si accende intorno alle 19 quando, mentre dentro alla Camera iniziano le dichiarazioni di voto sulla manovra, una serie di fuochi artificiali vengono fatti scoppiare verso l’alto «quasi a raggiungere le finestre del palazzo del potere». Le cariche della polizia in assetto antisommossa non si fanno attendere. I manifestanti, investiti da un’ondata di manganellate, indietreggiano fino a piazza Capranica. Tra bandiere e striscioni, qualche manifestante rimane a terra sanguinante, piegato tra i motorini caduti nel parapiglia.

Da lì la decisione di formare un corteo aperto dallo striscione della rete Roma bene comune che da largo Argentina ha paralizzato il centro di Roma, bloccando Piazza Venezia per arrivare fino al Colosseo. Dietro, lavoratori dei sindacati di base (Usb e Cobas), precari della scuola, movimenti (Bpm, Uniti contro la crisi), studenti, forze politiche (Federazione della sinistra, Sinistra critica, Partito comunista dei lavoratori). Si è chiusa così, con un corteo al grido di «Roma libera», una giornata che ha visto manifestare contemporaneamente, nella vicina piazza del Pantheon, anche la Cgil contro «una manovra depressiva che produrrà un’altra manovra» ha commentato il segretario generale Susanna Camusso che è intervenuta al presidio in mattinata. «Iniqua, depressiva e sbagliata». Questi gli aggettivi riferiti alla manovra «fatta di tagli e nuove tasse che si abbatteranno su chi le tasse le paga già, che si accanisce sui migranti in quanto introduce una tassazione sui soldi che, con il loro lavoro, possono spedire nei propri paesi, che sfrutta la crisi per attaccare i diritti dei lavoratori introducendo misure che non hanno ricadute economiche» ha dichiarato Fulvio Fammoni segretario confederale dell Cgil che ha chiuso il presidio intorno alle 17. Il punto più discusso è l’art. 8 della manovra «che introduce la possibilità di siglare accordi in deroga ai contratti collettivi nazionali». Per questo «e per altri, come l’art. 9 sulla disabilità», la Cgil ha annunciato che procederà con ricorsi giudiziari a richiedere l’incostituzionalità di alcune norme contenute nella manovra. Per l’autunno alle porte sono tre gli appuntamenti inseriti nel programma della Cgil: ad inizio ottobre la manifestazione nazionale dei lavoratori pubblici e quelli della conoscenza (Flc e Fp) quindi, tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre, la manifestazione nazionale dei pensionati indetta dallo Spi Cgil, infine, «come punto d’arrivo del percorso iniziato con lo sciopero generale del 6 settembre», viene annunciata «una grande manifestazione per il Lavoro».
Mentre la Cgil chiude la sua protesta, in piazza Montecitorio l’atmosfera inizia a scaldarsi. Tra la gente che ascolta gli interventi dell’assemblea si discute soprattutto di 15 ottobre. È quella la data centrale dell’autunno caldo. Tutte le forze di opposizione e conflitto scese in piazza dall’inizio di settembre hanno fatto della giornata dell’Indignazione europea il momento in cui far confluire, a Roma, le resistenze in corso nel paese. «La protesta di oggi (ieri, ndr) contro la manovra finanziaria» ha spiegato nel suo intervento Fabrizio Tomaselli dell’Usb «è una tappa di avvicinamento alla giornata europea dell’indignazione che vedrà scendere in piazza nello stesso momento forze sociali, politiche e sindacali». Il bilancio delle cariche e degli scontri davanti a Montecitorio è di una decina di feriti.

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