Ci saremo e faremo la nostra parte Non è più tempo di tatticismi, nessuno si salva da solo

CONTRO LA CRISI – VERSO IL 15 OTTOBRE
Il 15 ottobre può essere l’occasione per dare forza e continuità  in Italia e in Europa ad un nuovo movimento capace di svelare le ragioni di questa crisi economica e finanziaria, ma soprattutto di indicare una via di uscita alternativa a quella dei governi e della tecnocrazia europea.

CONTRO LA CRISI – VERSO IL 15 OTTOBRE
Il 15 ottobre può essere l’occasione per dare forza e continuità  in Italia e in Europa ad un nuovo movimento capace di svelare le ragioni di questa crisi economica e finanziaria, ma soprattutto di indicare una via di uscita alternativa a quella dei governi e della tecnocrazia europea. Per queste ragioni parteciperemo all’assemblea nazionale convocata dai promotori dell’appello per il 24 settembre a Roma convinti che in questa discussione e mobilitazione ognuno deve far prevalere, in un rapporto paritario tra movimenti, associazioni, singoli, forze politiche e sociali,le ragioni che ci uniscono rispetto a quelle che possono dividerci.
D’altra parte, le ragioni dell’indignazione che attraversano i movimenti europei si rafforzano anche nel nostro paese, come conferma la giornata di sciopero del 6 settembre.Quest’estate ha regalato al Paese la peggiore rappresentazione degli ultimi mesi, la ritualità della vecchia politica che decide per e contro le persone, contro i giovani, i disoccupati, i lavoratori. Senza nessun ascolto, senza nessuna possibilità di dialogo. Mentre l’ambiguità, a volte pure l’assenza, dell’opposizione non è riuscita a mettere sul piatto nessuna ipotesi di alternativa di società, di Europa cui stringersi intorno, fare massa e consenso. Nessuno si salva da solo. Noi per primi abbiamo questa consapevolezza e per questo ci mettiamo a disposizione, per una grande alleanza sociale di merito, per fare in modo che si possa delineare con forza un’alternativa di Paese e di società, che metta al centro i beni comuni, che prospetti un’altra idea di Europa, dei popoli, che nasca dallo spirito delle giovani generazioni escluse da ogni possibilità sociale. Un’Europa in cui modello di sviluppo e democrazia non si escludano ma che, al contrario, possano essere le basi su cui rifondare un grande modello virtuoso, basato sulla riconversione ecologica e su una rinnovata partecipazione democratica.
Non possiamo deciderlo all’interno dei singoli luoghi di provenienza. Sarebbe la ripetizione di un errore macroscopico e che non possiamo più ripetere. Non è più tempo per tatticismi, bisogna andare in mare aperto ed incontrarsi. Occorre comunicare una proposta alternativa, ridicolizzare la finta ineluttabilità dei tagli, delle misure draconiane a danno dei poveri e dei lavoratori. Un’alternativa da costruire con le soggettività scese in piazza in questo anno, grazie alle quali nel Paese è cambiato il senso comune sulla precarietà, emersa nuovamente con forza la questione di genere, stabilita la necessità di una società in cui sapere, lavoro e diritti non sono escludenti gli uni con gli altri ma inevitabilmente i pilastri su cui si fonda la democrazia. Sono coloro che hanno determinato la vittoria referendaria e alle amministrative la grande risorsa di questo Paese. Questi sono i nostri primi alleati, con loro dobbiamo costruiamo l’alternativa.
In questo itinerario Sel ha promosso anche una forte mobilitazione per il 1 ottobre a Roma, a Piazza Navona, con Nichi Vendola. Siamo infatti convinti che la mobilitazione sociale debba intrecciarsi, pur con la propria autonomia organizzativa, con la domanda di una forte alternativa politica al governo Berlusconi da costruire non nel chiuso delle stanze di qualche segreteria politica ma nel campo aperto della cittadinanza attiva e indignata. È il nostro contributo alla protesta, necessaria, e alla proposta, alle continue e giuste richieste di costituire un cantiere dell’alternativa. Sarà una manifestazione che parte da noi, ma che mettiamo a disposizione di tutti coloro che hanno a cuore il futuro, e soprattutto il presente, di questo paese. Non ci chiudiamo, il 1 ottobre è una porta che si apre. Per protestare con l’iniquità della manovra e delineare una forte alternativa. Ora tocca a noi. Per questo è giunto il tempo di fare la nostra parte, a partire da chi sta nei partiti, per mettersi al servizio di una pagina ancora da scrivere e che segni l’inizio di una nuova storia di questo Paese.
*presidenza nazionale Sel

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Quelli che un partito del lavoro

 Fusione di due associazioni ieri a Roma con l’obiettivo «di ricostruire una rappresentanza politica del lavoro, che unisca socialdemocratici di sinistra, comunisti e sindacalisti, come hanno fatto la Linke in Germania e il Partito del Lavoro di Lula». Così l’ha spiegata Cesare Salvi, di Socialismo 2000, una delle due formazioni – l’altra è Lavoro-Solidarietà di Gian Paolo Patta – che vorrebbero costruire il «Partito del Lavoro Italiano». Entrambe le associazioni aderiscono alla Federazione della sinistra. Per Salvi «in un mondo in cui comandano ristrette oligarchie, che intrecciano mostruosi conflitti di interesse politica ed economia, una nuova politica richiede che torni in campo la forza e il potere dei lavoratori e delle lavoratrici organizzati».

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