“Cambiamo gli Usa” Davanti a Wall Street la nuova Woodstock

Michael Moore e Susan Sarandon con gli indignados “Ora chi ha dato il via alla tempesta deve pagare”

Michael Moore e Susan Sarandon con gli indignados “Ora chi ha dato il via alla tempesta deve pagare”


Immaginate il concerto di Woodstock: musica, capelli lunghi, sacchi a pelo, e le mele organiche al posto della marijuana. Forse. Trasferitelo al centro di Manhattan, nello Zuccotti Park, incastonato tra Ground Zero che rinasce e la borsa che crolla. Il risultato è “Occupy Wall Street”, la protesta contro l’avidità del mondo della finanza, esplosa spontaneamente il 17 settembre, che spera di trasformare New York nel Cairo.
Ragazzi come Josh, 25 anni, studente, che presidia il “centro stampa” in mezzo al parco: «E’ cominciato tutto su internet. Abbiamo parlato della crisi e ci è venuto in mente di venire qui ad occupare simbolicamente Wall Street, che è l’origine di tutti i mali». In pochi giorni si sono organizzati. Hanno messo su la cucina da campo, l’infermeria per chi si facesse male nelle conversazioni con la polizia, e persino la biblioteca, con l’opera omnia di Walt Whitman e l’immancabile “Steal this book”, il vangelo del profeta del ’68 Abbie Hoffman. Sabato scorso hanno tentato una marcia non autorizzata verso Union Square, ma la polizia li ha bloccati facendo 87 arresti.
Il vice ispettore Anthony Bologna è stato denunciato perché ha usato spray urticante contro due ragazze. Tutto ripreso, documentato e messo su internet, perché la primavera araba ha fatto scuola. C’è anche un sito, occupywallst.org, dove si può seguire la protesta in diretta. I ragazzi hanno preso così tanto coraggio, che stanno organizzando una marcia su Washington.
Lunedì notte hanno ricevuto la visita del regista Michael Moore, che due settimane fa aveva chiesto a Obama di arrestare qualcuno a Wall Steet: «Bravi, da qualche parte bisognava cominciare! Questa è la scintilla da cui la protesta si diffonderà in tutta l’America, la maggioranza è con voi. Tutti sanno che i signori di Wall Street hanno forzato la mano e ci hanno rubato il futuro». Anche il linguista Noam Chomsky, detentore del brevetto originale di americano antiamericano, ha subito inviato la sua solidarietà via mail: «Siete la voce che si alza contro il gangsterismo della finanza: era ora».
Ieri mattina è arrivata Susan Sarandon. E’ in partenza per l’Italia, dove viene a ritirare un premio a Siena. «Questa è la democrazia, così si cambia il mondo», ha spiegato. Susan, pantaloni della tuta e scarpe da ginnastica, apprezza l’accoglienza: «L’America va a rotoli, dobbiamo alzare la testa». Ma possibile che sia tutta colpa di Wall Street? In fondo, per decenni gli investimenti di questi signori hanno prodotto ricchezza. «Guardate, io non pretendo di essere un’esperta di alta finanza, però una cosa è certa: quaggiù, negli ultimi tempi, sono stati commessi errori che sono costati il lavoro a milioni di persone. Il buon senso vuole che quando uno combina un guaio si faccia da parte. Qui, invece, sono piovuti bonus milionari». L’attrice premio Oscar non si intenderà di alta finanza, ma ha un’idea precisa di come cambiare l’America: «Io partirei da una bella riforma dei finanziamenti elettorali. Fino a quando i partiti saranno tutti foraggiati da Wall Street, è chiaro che nessuno avrà il coraggio di toccarli». Ma non toccava ad Obama di rivoluzionare il paese? «Non si è mai vista una classe dirigente che si suicida: se vuoi il potere da qualcuno, glielo devi togliere. Il cambiamento non avviene mai dall’alto, come diceva Obama, ma dal basso. Da qui».

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