1° E 15 OTTOBRE LE RAGIONI PER CUI SAREMO IN PIAZZA

INDIGNADOS  Due piazze, quella del 1 ottobre e quella del 15 ottobre, ci vedranno protagonisti. Ancora una volta la generazione che sta pagando e pagherà  il prezzo più alto delle politiche neoliberiste e liberticide scenderà  in campo per dire che ha un’idea di alternativa a questi modelli di sviluppo e che la vuole costruire a partire da percorsi condivisi con le forze di opposizione che si assumono questo onere.

INDIGNADOS  Due piazze, quella del 1 ottobre e quella del 15 ottobre, ci vedranno protagonisti. Ancora una volta la generazione che sta pagando e pagherà  il prezzo più alto delle politiche neoliberiste e liberticide scenderà  in campo per dire che ha un’idea di alternativa a questi modelli di sviluppo e che la vuole costruire a partire da percorsi condivisi con le forze di opposizione che si assumono questo onere. Le giovani generazioni che in tutta Europa, come in Cile e sulle sponde del Mediterraneo, scendono in piazza e chiedono di essere protagoniste della svolta necessaria per uscire dalla crisi e per immaginare un futuro, sono quelle che rischiano maggiormente.
Hanno già cercato di contrapporci, facendoci vedere una possibilità nella lotta tra garantiti e non-garantiti, tra giovani e vecchi, tra donne e uomini e ora in occasione di una manifestazione comune con le piazze di tutto il mondo, tra insurrezionalisti e moderati, tra chi, nel qualunquismo che dilaga nei momenti di crisi così acuta, pensa di poter dar sfogo alla rabbia fine a se stessa e chi credendo nel tentativo normalizzatore di una classe dirigente che teme di dover rinunciare ai suoi privilegi, sfrutta quelle paure per rimanere ancorato alla poltrona. Noi vogliamo dire che, consapevoli di tutto ciò, non crediamo alle contrapposizioni bensì al fruttuoso scambio e all’incontro, perché non è più il tempo delle tattiche e dei politicismi. C’è bisogno e voglia di partecipazione, pensiamo a come dare a tutte/i spazio e voce.
I giovani sono fotogenici. Stanno benissimo sulle copertine, sono la scenografia perfetta delle manifestazioni e dei cortei. Ma spesso di loro si parla per frame, attraverso quelle piccole immagini, con i soliti slogan, ma chi li conosce veramente? «Siamo diventati un paese che sembra dire ai giovani, andatevene perché per voi non c’è più posto, privandosi così del futuro», urlava il 6 settembre Susanna Camusso dal palco dello sciopero generale. Bene, stiamo dimostrando di voler restare, ma per cambiare. Non siamo più disposti ad assistere a manovre di altri, vogliamo dire noi come uscire dalla crisi e a chi far pagare quel debito che non abbiamo contratto. Lo facciamo ogni giorno, col nostro impegno nelle nostre varie militanze perché la società della conoscenza, l’antimafia, le questioni di genere, i beni comuni, il reddito minimo garantito, la cittadinanza sono le questioni di una riconversione economica, ma soprattutto politica, per noi necessaria.
Manifesteremo la volontà di esserci, di rimettere al centro un welfare capace di liberarci dalle gabbie della precarietà, dell’assistenzialismo, della frammentazione sociale. Si tratta di battaglie e percorsi che vanno in un’unica direzione. Dalla crisi in cui ci troviamo possiamo uscirne solo insieme e solo se vince l’idea che la partecipazione delle giovani generazioni non è accessoria: solo chi non è assuefatto, ingabbiato, abituato, può sconvolgere e portare un cambiamento reale. Per questo saremo in piazza in questo autunno, perché c’è l’indignazione, ma anche la volontà di assumerci la responsabilità di uscire dalla crisi senza abbandonare il nostro paese, la volontà di farlo con i movimenti, ma anche con quei partiti e quei sindacati che saranno al nostro fianco e che ci riterranno indispensabili e indisponibili, la volontà di fare insieme Tilt, la volontà di farlo in un’Europa che da organismo tecnocrate diventi comunità politica e sociale, la volontà di riprenderci insieme uno spazio pubblico, perché il pubblico è il nostro terreno e lo vogliamo usare, concimare e curare.
* portavoce nazionale di Tilt

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password