Strage di Bologna, si riapre la pista palestinese

Indagati due terroristi tedeschi legati a Carlos. Erano in città  il giorno dell’attentato    

Indagati due terroristi tedeschi legati a Carlos. Erano in città  il giorno dell’attentato    

BOLOGNA – Emerge sopra la linea di galleggiamento l´inchiesta bis sulla strage di Bologna, imperniata sulle conclusioni della commissione Mitrokhin. Due terroristi tedeschi di sinistra da anni al centro di accertamenti su scala europea e rogatorie – Thomas Kram e Christa Margot Frohlich – passano da “persone informate sui fatti” a indagati per la bomba del 2 agosto 1980, 85 morti e più di 200 feriti. Dormirono in alberghi del capoluogo emiliano, la notte prima dell´eccidio. Erano inseriti in un network eversivo internazionale. Trafficavano esplosivi.
I revisionisti, quelli che ancora credono che le conclusioni Mitrokhin siano oro colato e vorrebbero la riabilitazione di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro, esultano. Altri osservatori parlano di atto dovuto, «per non lasciare niente di inesplorato». L´ex procuratore capo Enrico Di Nicola si spinge a dire che «non ci sono novità significative». I familiari delle vittime chiedono di non smettere di cercare i mandanti, nella direzione opposta.
L´iscrizione dei due terroristi tedeschi – in un fascicolo aperto nel 2005 contro ignoti e passato in corsa dal pm Paolo Giovagnoli al collega Enrico Cieri – riporta a galla l´ipotesi della pista palestinese, alternativa alle verità giudiziarie sancite da sentenze della Cassazione, le condanne definitive dei terroristi neri e di alcuni dei depistatori, Licio Gelli in testa. L´ipotesi al vaglio – di cui parlò anche Francesco Cossiga, con un distinguo sulla volontà di far scoppiare l´ordigno in stazione – è quella che interpreta la strage come una ritorsione per l´arresto di un leader del Fronte popolare per la liberazione della Palestina e il sequestro di due missili destinati al movimento, il tutto in violazione del presunto “lodo Moro”, l´accordo per il transito illegale dall´Italia di armi ed esplosivi.
«Dalle indiscrezioni che filtravano dalla procura, mai smentite, sembrava che questo filone fosse destinato all´archiviazione – dice Paolo Bolognesi, presidente dell´Associazione dei familiari delle vittime – Vedremo come andrà a finire, se sarà comunque così. Le piste internazionali fin qui esplorate si sono rivelate delle bufale. Noi non abbiamo dubbi su chi siano i colpevoli e i registi dei depistaggi, che potrebbero esserci anche in questa fantomatica pista palestinese. E insisteremo, presentando presto un nuovo dossier e chiedendo di acquisire altra documentazione sulla strage di Brescia, affinché si vadano a cercare i mandanti».
I magistrati bolognesi non possono permettersi di lasciare niente di inesplorato, su nessun versante. Fatte le iscrizioni nel registro degli indagati, sul fronte che fa discutere, ora dovranno vagliare la documentazione avuta da Francia e Germania e la traduzione degli atti estratti dagli archivi della Stasi, la polizia segreta dell´ex Germania est che sorvegliava il gruppo Carlos-Kram. Il tedesco che dormì a Bologna, già inutilmente interrogato in carcere, come testimone, potrebbe essere risentito.

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