Indagati due ex terroristi tedeschi legati a Carlos

STRAGE DI BOLOGNA «Vendetta palestinese»
Si tratta di Thomas Kram e Margot Frohlich: avrebbero agito per conto del Fplp

STRAGE DI BOLOGNA «Vendetta palestinese»
Si tratta di Thomas Kram e Margot Frohlich: avrebbero agito per conto del Fplp
Si torna a parlare di una pista palestinese per la strage alla stazione di Bologna. Trentuno anni dopo l’attentato che il 2 agosto del 1980 provocò la morte di 85 persone, si è appreso ieri che dallo scorso mese di luglio sul registro degli indagati della procura di Bologna sono iscritti i nomi di due terroristi tedeschi legati al gruppo del più noto Carlos, terrorista internazionale in cui vero nome è Ilich Ramirez Sanchez. Si tratta di Thomas Kram, 63 anni, un passato come militante delle «Revolutionaere Zellen» le Cellule rivoluzionarie attive in Germania tra gli anni 70 e 80, e di Margot Frohlich, 68 anni, arrestata nell’82 all’aeroporto di Fiumicino con una valigia carica di esplosivo. Secondo gli inquirenti entrambi erano presenti a Bologna la notte tra l’1 e il 2 agosto del 1980: Kram aveva prenotato con il suo vero nome una stanza all’hotel Centrale mentre la Frohlich – secondo una testimonianza – avrebbe alloggiato all’hotel Jolly, vicino alla stazione (circostanza però negata dalla donna). L’attentato sarebbe stato una vendetta del Fplp, il Fronte popolare di liberazione della Palestina, per l’arresto di un suo dirigente, Abu Saleh, fermato nel novembre del 1995 in seguito al sequestro avvenuto a Ortona di due missili terra-aria diretti in Libano.
L’iscrizione a registro dei due ex terroristi tedeschi e la conseguente pista palestinese contraddicono la verità giudiziaria che – seppure tra molte luci e ombre, ha individuato i responsabili della strage negli ex Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. Sempre la Cassazione nel 1995 confermò le condanne per depistaggio di Licio Gelli, Francesco Pazienza e degli ex ufficiali del Sismi Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte.
Il coinvolgimento di Kram e della Frohlich non rappresenta automaticamente una svolta nella ricerca della verità sulla strage di Bologna. Dalla stessa procura, anzi, si tende a sottolineare come l’iscrizione dei due ex terroristi nel registro degli indagati sia più che altro il punto di arrivo del lavoro svolto negli ultimi due anni.
La tesi degli inquirenti è che dietro la presunta vendetta del Fplp ci sarebbe la violazione del patto siglato dai palestinesi con le autorità italiane, il cosiddetto Lodo Moro, dal nome dello statista Dc. In base a quell’accordo ai palestinesi veniva concesso libero transito sul nostro territorio, con la possibilità di trasportare anche armi. In cambio l’Fplp garantiva di non compiere attentati in Italia e di non usare il nostro paese come base per attentati all’estero. L’arresto di Abu Saleh, ma soprattutto il suo mancato rilascio nonostante le pressioni palestinesi, avrebbe rotto il patto scatenando la rappreseglia, che sarebbe stata affidata a Carlos. Saleh venne poi scarcerato due anni dopo l’attentato, il 14 agosto 1982.
Di presunte responsabilità dei palestinesi parlò anche l’ex presidente della repubblica Francesco Cossiga, secondo il quale l’esplosione alla stazione fu un incidente avvenuto durante il trasporto di una carico di esplosivo.
Un nuovo impulso alle indagini era atteso anche dall’apertura degli archivi della Stasi, l’ex servizio segreto della Ddr. Da quanto si è saputo finora, però, sentiti per rogatoria gli agenti della Stasi che seguivano Carlos nei giorni a cavallo del 2 agosto non avrebbero fornito elementi utili sulla strage. E la stessa cosa risulterebbe anche dai documenti sempre su Carlos fatti pervenire agli inquirenti da Ungheria, Gran Bretegna, Grecia e Svizzera. Nulla di fatto infine, anche per il tipo di esplosivo utilizzato per la strage e che, stando a quanto affermato dalla autorità francesi (Carlos è detenuto a Parigi) non coinciderebbe con quello usato dal gruppo terroristico.
Nel 2007, in un’intervista al manifesto, Thomas Kram smentì ogni coinvolgimento nella strage. «La polizia italiana mi controllava, sapeva in che albergo avevo dormito a Bologna, il giorno prima mi aveva fermato a Chiasso. Come corriere per una bomba non ero proprio adatto», disse allora l’ex terrorista. Interrogato a Parigi dal pm Enrico Cieri, titolare dell’inchiesta bis, Carlos ha invece attribuito la strage alla Cia, pur affermando ovviamente di non disporre di particolari elementi.
Soddisfazione del cetrodestra per le novità dell’inchiesta, contestate invece dai familiari delle vittime della strage che, dopo al condanna di Mambro, Fioravanti e Ciavardini, chiedono invece la verità sui mandanti della strage.

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