Scacco alla cyber-polizia

RETE · Anonymous e LulzSec violano insieme il sito del Centro anticrimine informatico
 Un’azione condotta in grande stile e fatta non solo per protestare, ma per sottolineare la vulnerabilità  dei servizi di sicurezza informatica della polizia di Stato.

RETE · Anonymous e LulzSec violano insieme il sito del Centro anticrimine informatico
 Un’azione condotta in grande stile e fatta non solo per protestare, ma per sottolineare la vulnerabilità  dei servizi di sicurezza informatica della polizia di Stato. Ieri sul sito del gruppo Anonymous (http://anonops-ita.blogspot. com/) è stato pubblicato un comunicato del gruppo hacker per rivendicare la violazione del sito internet del Cnaipic, acronimo del Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche della polizia di stato italiana. Un’azione già preannunciata dalla prima mattina di ieri da decine di messaggi distribuiti da Twitter, poi confermata nel corso della giornata. Durante l’incursione, sono stati scaricati documenti «sensibili», ritenuti dal gruppo hacker prova delle attività antidemocratiche della polizia di stato italiana, tesa a limitare la libertà di informazione.
Il contenuto degli oltre 8 gigabyte di documenti è tuttavia ignoto, anche se in rete cominciano a circolare copie digitali di pagine del ministero degli interni o post di singoli funzionari o agenti di polizia che valutano la pericolosità o meno delle azioni condotte da Anonymous nei mesi passati. Il primo elemento da registrare è che l’azione di ieri non è consistita in un DdoS, cioè un Distributed Denial of Service, attraverso il quale viene interrotta l’operatività di un sito internet. Questa volta l’incursione ha aggirato le protezioni del sito – i firewall – e scaricato materiali riservati, dimostrando così un buon livello di capacità informatica da parte di chi ha condotto l’azione. Inoltre, nel rivendicare l’attacco al Cnaipic sono evocate le perquisizioni e le denunce condotte dalle forze dell’ordine nelle settimane scorse e presentate dal ministero degli interni come un colpo mortale alla sezione italiana di Anonymous.
Ieri la clamorosa smentita di tale sicurezza, visto che a essere violato è proprio il sito della polizia di stato, di cui viene messa in evidenza la vulnerabilità dei sistemi di sicurezza e la crescente preoccupazione della polizia di stato per la diffusione di consenso verso i gruppi hacker. I «cinguettii» di Twitter possono infatti raggiungere chiunque abbia un account e basta segnalare come tag (parola chiave) anonymous per essere agggiornato sulle attività del gruppo hacker. Altro elemento che emerge dall’azione di ieri è che a firmarla sono sia Anonymous che LulzSec, due gruppi distinti che nel recente passato avevano manifestato solo reciproca solidarietà ma autonomia l’uno dall’altro. Di Anonymous si sa molto. E’ presente da anni in Rete; ha scelto la maschera del protagonista del film V come vendetta come strumento di copertura delle identità per le azioni al di fuori della Rete; si può aderire accettando una etiquette di rete basata sulla difesa ad oltranza della libertà di espressione e sul principio della condivisione e pubblicità delle informazioni. Ma è sceso agli onori della cronaca per le sue azioni in appoggio a Wikileaks, colpendo i siti delle banche e delle imprese finanziarie che avevano congelato i conti di Julian Assange dopo il suo arresto in Inghilterra.
Composto da mediattivisti e hacker statunitensi e nordeuropei, si è diffuso rapidamente nel resto del vecchio continente, compresa l’Italia, e ha agito anche in appoggio alle mobilitazioni degli studenti inglesi e italiani nello scorso inverno. LulzSec è invece un gruppo recente. Ha compiuto molte azioni nei mesi scorsi contro siti di banche, partiti politici e istituzioni pubbliche per poi annunciare il proprio scioglimento visto che l’obiettivo – la denuncia dello statuto antidemocratico delle organizzazioni colpite – era stato raggiunto. L’unità di azione con Anonymous dimostra il superamento di una caratteristica dei gruppi militanti hacker presenti in rete, cioè la reciproca autonomia. Nel comunicato diffuso in Rete, viene sottolineato il valore dell’alleanza nella riuscita dell’azione contro il sito del Cnaipic. Altro elemento dissonante è la pubblicazione dei materiali scaricati. Chiunque può consultarli se ha un account su Twitter. Nel blog di Anonymous ci sono infatti rinvii alle pagine: www.twitter.com/lulzsecitaly e www.twitter.com/anonitaly. Non è dato sapere, per il momento, se i contenuti sono stati verificati, elemento questo che invece ha da sempre caratterizzato la diffusione di materiale sensibile da parte di Wikileaks. In questo caso, il materiale viene diffuso così come è stato scaricato, senza nessuna mediazione, lasciando ai lettori di verificarne l’attendibilità. Una modalità che apre un nuovo capitolo sulla libertà di circolazione delle idee dentro e fuori la Rete.

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