">

“Vi racconto il fascismo per capire l’oggi”

Lo scrittore debutta dietro alla macchina da presa portando sullo schermo il suo romanzo “L’isola dell’angelo caduto”, un giallo ambientato nel 1925, all’indomani dell’assassinio di Matteotti.   “La trama ha suspense, colpi di scena e misteri che portano la tensione dell’horror”. “Faccio questa regia ma dal cinema esco subito. Penso da scrittore non da cineasta” 

Lo scrittore debutta dietro alla macchina da presa portando sullo schermo il suo romanzo “L’isola dell’angelo caduto”, un giallo ambientato nel 1925, all’indomani dell’assassinio di Matteotti.   “La trama ha suspense, colpi di scena e misteri che portano la tensione dell’horror”. “Faccio questa regia ma dal cinema esco subito. Penso da scrittore non da cineasta” 

ROMA. Insegne e aquile del Fascio, abiti anni Venti, dalla radio arriva “Ludovico sei dolce come un fico”. È L´isola dell´angelo caduto, il film con cui lo scrittore e conduttore televisivo Carlo Lucarelli esordisce nella regia cinematografica, un´isola del Mediterraneo con tanto di colonia penale, dove niente è quello che sembra, a cominciare dal set a Santa Maria di Galeria un borgo del Lazio che grazie alla magia del cinema – il procedimento si chiama Cromatica – sullo schermo sarà immerso nell´azzurro del mare. Prodotto dalla Kaos Cinematografica, il film è tratto dal romanzo dello stesso Lucarelli del 1999 (Einaudi). Nel cast, tra gli altri, Giampaolo Morelli, Rolando Ravello, Giuseppe Cederna, Gaetano Bruno, Sara Sartini, Irma Carolina di Monte, Laura Glavan.
L´isola dell´angelo caduto ha gli elementi classici del giallo, il morto ammazzato, l´assassino da trovare, il commissario che indaga. Ma c´è molto di più, l´atmosfera surreale e inquietante dell´isola che, dice Lucarelli, «è il luogo dove è caduto Lucifero e forse ci è rimasto insieme a presenze diaboliche e misteriose. Il film ha tutta la visionarietà del giallo, suspense e colpi di scena, ma i misteri dell´isola lo avvicinano anche alla tensione alla tensione dell´horror. L´isola è il vero Cattivo».
Siamo in un tempo preciso, gennaio 1925: perché?
«Il tempo del delitto Matteotti, di cui Mussolini si assunse la piena responsabilità. È uno dei tanti momenti in cui l´Italia si è trovata a scegliere tra due possibilità: incriminare Mussolini, applicare la legge e fare piazza pulita oppure lasciar perdere e andare avanti in nome di una sorta di stabilità sociale? Un dilemma davanti al quale l´Italia si trova spesso, anche oggi. È un problema morale che era alla base del libro, l´ho scritto negli anni Novanta, c´erano le elezioni, la scelta tra Prodi e Berlusconi. Lo stesso problema ha un legame con oggi ed è alla base del film».
Il dilemma nel film è vissuto dal commissario, interpretato da Morelli.
«Non è una scelta facile. Nella solitudine dell´isola la moglie del commissario sta male, rischia di impazzire. Per lui scegliere il compromesso, nascondere la verità e vendere l´anima al diavolo comporterebbe il beneficio di lasciare l´isola e salvare la moglie che ama. Ma è un uomo dalla forte dirittura morale. Riuscirà ad ignorare la voce della coscienza e a non compiere il proprio dovere?».
Lei si è sempre interessato al periodo fascista. C´è una ragione?
«Mi interessa la Storia da quando studiavo e penso che nel Fascismo ci sono un sacco di radici non tagliate che hanno una conseguenza nella realtà di oggi».
Lei è uno scrittore poi conquistato dal cinema o ha cominciato a scrivere sognando di dire un giorno “motore!”?
«Sono uno scrittore di romanzi, sono entrato nel cinema perché Grazia Volpi ha comprato i diritti del romanzo e mi ha convinto a farne la regia, ma ne esco subito. Se mi viene un´idea è per un libro, non per un film. Il cinema mi piace molto, quando scrivo “vedo” le immagini, mi dicono spesso che scrivo come uno sceneggiatore, ma credo che sia una particolarità delle mia generazione di “noiristi”, noi ci siamo formati non solo con la letteratura ma con il cinema e la televisione, sceneggiati come “Belfagor” e “Il segno del comando” erano la mia passione».
C´è Lucarelli che entra nella Storia e Lucarelli che scrive di Bologna oggi. Lei chi è?
«Sono il portavoce della storie, che a volte vanno raccontate da un personaggio del passato, a volte arrivano all´orecchio, da qualcuno che mi sta vicino».
Quando scrive ha orari precisi di lavoro?
«Mi piacerebbe avere un metodo, tipo dalle 9 alle 5, ma non è così. In realtà non puoi metterti a scrivere se non ne hai voglia. Come diceva Scerbanenco “scrivere è come stirare, se non ne hai voglia stiri male”. Sono abituato a scrivere quando ho voglia».
Come sta vivendo l´esperienza del set?
«Mi piace moltissimo, mi affascina il lavoro di gruppo e la possibilità di affidarmi alla capacità dei veri professionisti, direttore della fotografia, scenografi, costumisti e tutti i tecnici che mi aiutano a realizzare le immagini che ho in testa. E sto scoprendo le tecniche che gli attori usano per aderire ai personaggi. Penso che le ruberò per usarle nella scrittura. E se qualcuno dei prossimi libri sarà proprio giusto per un film, potrei anche ripetere l´esperienza della regia. Chissà».

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password