Quei traghetti con le armi cala il segreto di stato sui missili e i kalashnikov

Dalla Sardegna forse diretti ai ribelli di Bengasi.   Decisione della presidenza del consiglio dopo le richieste dei pm di Tempio I trasporti risalgono a maggio: l’arsenale destinato ai ribelli che combattono il raìs 

Dalla Sardegna forse diretti ai ribelli di Bengasi.   Decisione della presidenza del consiglio dopo le richieste dei pm di Tempio I trasporti risalgono a maggio: l’arsenale destinato ai ribelli che combattono il raìs 

LA MADDALENA – A chi sono stati ceduti missili, razzi e kalashnikov trasportati su due navi passeggeri dalla Sardegna a Civitavecchia? Quale era la destinazione del maxi-arsenale custodito in bunker sotterranei a Santo Stefano, nell´arcipelago della Maddalena? È stato consegnato a ribelli libici anti-Gheddafi? Non lo sapremo presto: dopo l´avvio di un´inchiesta, la Marina ha comunicato alla magistratura di non poter fornire dettagli perché la presidenza del Consiglio ha apposto il segreto di Stato sulla faccenda. Si parla di 30mila fucili mitragliatori, 32 milioni di proiettili per gli Ak-47, 400 Fagot terra-aria, 5mila katiuscia. Tutti fabbricati a suo tempo in Urss. Esportati dall´oligarca Zukhov. E confiscati da forze Nato nel 1994. Scenario di un passato recente: la guerra dei Balcani, con il fermo al largo di Otranto del cargo Jadran Express diretto in Croazia con le armi.
La decisione di far valere il top secret non bloccherà le indagini sulle modalità per il trasferimento dell´arsenale, portato via con normali traghetti di linea, prima sulla tratta La Maddalena-Palau e poi sulla Olbia-Civitavecchia. Con procedure, quindi, non si sa quanto rispettose della sicurezza: dubbi e perplessità che hanno spinto tre parlamentari (Gian Piero Scanu, Elio Lannutti e Giulio Calvisi) a chiedere spiegazioni ai ministri della Difesa e degli Esteri. Insomma, la storia assume sempre più le tinte di un giallo dai risvolti internazionali. Il sostituto procuratore di Tempio che ha dato il via agli accertamenti, Riccardo Rossi, è uno degli inquirenti che nel 1980 ha indagato sulla strage di Bologna. Un pm esperto in misteri, depistaggi, deviazioni dalla legalità. Oggi Rossi preferisce non rilasciare dichiarazioni. Ma le domande che i militari hanno lasciato in sospeso sono tante. «Il segreto di Stato non esclude che si proceda per eventuali reati» puntualizza uno degli investigatori.
Il trasporto risale al 18-20 dello scorso maggio. Poco dopo la Procura prende contatti col Comando della Marina. Convoca diversi ufficiali. Fa interrogare dalla polizia giudiziaria i capitani dei traghetti (in quei giorni trasportavano più di 700 passeggeri) e i responsabili per l´Esercito per l´autotrasporto. Assume informazioni dal personale a terra di Tirrenia e Saremar, le due compagnie coinvolte loro malgrado nella spedizione. E alla fine viene a sapere che l´intero trasporto è costato meno di duemila euro, contro i 25-30mila che avrebbe comportato l´impiego di un cargo militare. Di più. Mentre la Marina s´affretta a dire che le armi erano state rese inerti e che a bordo delle due navi non è mai stato portato esplosivo, la magistratura ottiene la conferma che missili, razzi e kalashnikov avrebbero dovuto essere distrutti sin dal 2006. Un ordine in tal senso era stato dato dalla Procura di Torino. Ma da allora nessuno ha mai dato corso a quella disposizione, pare per mancanza di fondi. I soldi sono stati trovati due mesi fa, poco prima di un vertice parlamentare della Nato tenutosi il 4 e il 5 luglio proprio alla Maddalena, davanti ai sotterranei dov´erano stoccate le armi, vicino alla ex base della Us Navy. Nasce così un´altra domanda: è stata informata la magistratura piemontese? Tutto lascia supporre di no.
Non si sa se tutto il materiale bellico sequestrato a Zukhov abbia fatto parte del carico finito nei quattro container utilizzati nella missione dalla Maddalena a Civitavecchia. Può darsi che già in passato ci fossero state altre spedizioni. Ma adesso tra i tanti problemi creati da questo intrigo ce n´è forse uno che merita sicuramente una soluzione: stabilire che cos´è finito con esattezza nelle stive dei due traghetti. Dalla risposta a quest´interrogativo si saprà se e quanto è stata messa in pericolo l´incolumità dei passeggeri.

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