FREEDOM FLOTILLA La nave francese rompe il blocco del governo greco e salpa dal porto di Salamina
L’imbarcazione da diporto, con otto pacifisti a bordo, elude i controlli e prende il largo
FREEDOM FLOTILLA La nave francese rompe il blocco del governo greco e salpa dal porto di Salamina
L’imbarcazione da diporto, con otto pacifisti a bordo, elude i controlli e prende il largo
Almeno una ce l’ha fatta a partire. Una nave francese, la Dignité al-Karama, che partecipa alla missione internazionale della Freedom Flotilla 2, ieri è riuscita a eludere il blocco imposto dal governo greco e ha preso il largo verso Gaza, guadagnando le acque internazionali.
Si tratta di un’imbarcazione di 19 metri, con a bordo tre uomini dell’equipaggio e otto pacifisti. Tra questi, Olivier Besancenot, leader del Nuovo partito anticapitalista (Npa), Nicole Kill-Nielsen, deputata di Europa-ecologia, Annik Coupé, portavoce dell’unione sindacale Solidaires, Nabil Ennasri, presidente del Collettivo dei musulmani di Francia e Quentin Girard, giornalista di Liberation.
La Dignité si trovava nel porto di Salamina e non in quello del Pireo, dove sono ferme le altre imbarcazioni della Flotilla (10 navi in tutto, fra cui due cargo di aiuti umanitari), e per questo è sfuggita al controllo. Era arrivata dalla Corsica lo scorso fine settimana come nave da diporto e si era ancorata discretamente: evitando così i ferrei controlli delle autorità di Atene, intenzionate a negare accoglienza alle imbarcazioni che avessero dichiarato la volontà di recarsi a Gaza. Ferme nella decisione di impedire la solidarietà internazionale contro il blocco di cui soffre la popolazione palestinese dal 2007. Per ordine del governo Papandreu, in forza di un articolo del codice di navigazione greco – relativo a casi di guerra e sicurezza interna -, e in onore agli stretti rapporti con Israele, le imbarcazionidella Flottiglia sono ferme ai porti. E resta in carcere John Klusmire, il capitano della nave Usa «Audacity of hope».
Ma l’altro ieri, la Dignité se n’è andata in silenzio procedendo cauta nella notte, senza essere individuata. Ora resta da vedere se avrà abbastanza carburante per continuare il percorso, che prevede un viaggio di circa 72 ore. E se la marina israeliana, il cui governo ha ripetutamente dichiarato che l’arrivo della Flotilla sarebbe una «provocazione inaccettabile», non deciderà di intervenire. Nei pacifisti è ancora vivo il ricordo della micidiale incursione compiuta dai militari nella precedente missione, e che ha portato alla morte di 9 civili turchi a bordo della Mavi Marmara.
«Siamo preparati a una violazione del diritto da parte dell’esercito israeliano. Ma noi navighiamo in acque internazionali, siamo nella legalità», ha dichiarato telefonicamente alla stampa l’europarlamentare verde Nicole Kiil-Nielsen, interpretando il sentimento di tutto l’equipaggio. Kiil-Nielsen ha quindi lanciato un appello alle autorità dell’Unione europea e della Grecia affinché lascino partire il resto della Flotilla «È assurdo – ha detto – che tutte queste barche cariche di beni, di cibo, di medicine, di vestiti, che aspettano ad Atene, non possano andare a Gaza. Ci sono migliaia di francesi che hanno pagato per raccogliere aiuti…».
A Parigi, per sostenere l’iniziativa e chiedere garanzie, una delegazione di manifestanti legati alla flottiglia si è recata al ministero degli Esteri francese nel pomeriggio. Ha salutato la partenza della Dignité anche Nicolas Shahshahani, portavoce di Bienvenue Palestine, che ieri ha tenuto una conferenza stampa per annunciare la partenza, per via aerea, di 600 attivisti, intenzionati a raggiungere la Palestina occupata.
«L’invio di navi a Gaza è una cattiva idea. Una nuova flottiglia non può che rinfocolare le tensioni» – ha dichiarato invece il portavoce del ministero degli Esteri della Francia, Romain Nadal, ricordando che Parigi ha anche «condannato il blocco israeliano a Gaza». L’invio della flottiglia – ha aggiunto – «non è il modo migliore per agire nei confronti della popolazione di Gaza», ricordando che la Dignitè al-Karama, non trasporta aiuti umanitari.
E ieri, diversi attivisti spagnoli che partecipano alla flottiglia hanno occupato l’ambasciata spagnola ad Atene, per protestare contro il veto imposto alle loro navi, e hanno appeso una bandiera palestinese a un balcone. «Quella di aggirare e ridicolizzare il blocco della Grecia e di navigare verso Gaza è stata un’ottima idea, che permetterà a tutti noi di navigare con Dignità verso i palestinesi che ci aspettano», ha dichiarato anche il coordinamento italiano della Flotilla 2 «Stay Human», esprimendo viva preoccupazione per le eventuali reazioni di Israele.
Ieri sera, il quotidiano israeliano Haaretz, riprendendo una notizia diffusa da Radio Israele, ha annunciato che la Dignité al-Karama stava tornando indietro, ma gli attivisti non hanno confermato l’informazione, continuando per contro a chiedere il sostegno dei media internazionali.
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