La crociata contro i “cattivi” di WikiLeaks

Come Joker, Julian vuole rivelare le verità  nascoste sotto le maschere 

Come Joker, Julian vuole rivelare le verità  nascoste sotto le maschere 

In uno dei rapporti confidenziali pubblicati da Wikileaks, Putin e Medvedev vengono paragonati a Batman e a Robin. Ma l´analogia potrebbe essere spinta più in là: non è forse evidente che Julian Assange, il padre di Wikileaks, corrisponde perfettamente, nel mondo reale, al personaggio del Joker in Il Cavaliere oscuro di Christopher Nolan? Nel film, il nuovo procuratore distrettuale di Gotham City, Harvey Dent – un tutore dell´ordine ossessionato dalla lotta contro la mafia – diventa a sua volta un criminale e commette vari omicidi; quando alla fine viene ucciso, Batman e Gordon, il suo amico poliziotto, capiscono che, se i suoi delitti diventassero di dominio pubblico, la fiducia nelle istituzioni crollerebbe all´istante.
Così, Batman convince Gordon che è necessario salvare l´immagine di Dent, scaricando su Batman la responsabilità degli omicidi; Gordon distrugge il bat-segnale e dà il via a una gigantesca caccia all´uomo per catturare Batman. Il messaggio conclusivo del film è che, per sostenere il morale del popolo, è necessario mentire: solo una bugia ci può salvare. Ne consegue che nel film l´unico difensore della verità è, paradossalmente, il Joker, il più spietato dei criminali. L´obiettivo dei suoi attacchi terroristici a Gotham City è dichiarato: cesseranno solo quando Batman accetterà di gettare la maschera e di rivelare la sua vera identità. Per impedirlo, Dent convoca la stampa e annuncia di essere lui Batman – un´altra bugia. Per incastrare il Joker, Gordon mette in scena la sua (falsa) morte – l´ennesima menzogna… Che cos´è allora il Joker, questo personaggio che vuole rivelare la verità nascosta sotto la Maschera, essendo convinto che questa rivelazione distruggerà l´ordine sociale? Un terrorista? Come va giudicato dunque lo scontro tra WikiLeaks e l´Impero americano?
La pubblicazione di documenti segreti dell´amministrazione statunitense da parte di WikiLeaks è un´azione a sostegno della libertà di informazione, del diritto di tutti a conoscere la verità, o è, viceversa, un atto terroristico che minaccia la stabilità delle relazioni internazionali? E se questo non fosse un vero scontro? Se fosse invece un conflitto ideologico e politico tutto interno a WikiLeaks? cioè tra la scelta radicale di pubblicare documenti governativi segreti e il modo in cui tale iniziativa è stata reinscritta nella sfera ideologico-politica dominante, tra gli altri, dalla stessa WikiLeaks? Quest´ultima reiscrizione non riguarda solo la cosiddetta “collusione con il potere economico”, cioè l´accordo stabilito da Wikileaks con i cinque grandi gruppi mediatici a cui ha concesso il diritto esclusivo di selezionare e di pubblicare i documenti giunti in suo possesso.
Il punto della questione sono i modi da cospiratori di WikiLeaks, la visione secondo cui un gruppo segreto buono (WikiLeaks) si oppone a uno cattivo (il Dipartimento di Stato). In tal modo, il nemico è identificato con (alcuni) diplomatici statunitensi che nascondono la verità, che manipolano l´opinione pubblica e che umiliano gli alleati, badando solo a fare i propri interessi. Il “potere”, in questa prospettiva, si identifica con “quelli che stanno in alto”, con i “cattivi” che mentono e manipolano la società, e non è concepito come qualcosa che permea l´intero corpo sociale, lo attraversa da cima a fondo, determinando il modo in cui lavoriamo, consumiamo, pensiamo. La stessa WikiLeaks ha assaggiato gli effetti di questa dispersione del potere quando alcune grandi organizzazioni che operano nella società civile – Mastercard, Visa, Paypal, Bank of America – hanno unito le loro forze a quelle del governo americano per sabotare la sua azione.
Questi comportamenti hanno un prezzo e spesso chi li segue è il primo a rimanerne vittima: nessuna meraviglia, dunque, che le teorie su chi si nasconde dietro WikiLeaks (la stessa Cia?) siano sempre più numerose. Il comportamento cospirativo è completato da quello apparentemente opposto, cioè l´appropriazione liberale di WikiLeaks come ultimo capitolo della gloriosa storia della lotta per “la libera circolazione delle informazioni” e per il “diritto dei cittadini di conoscere”: in sostanza, WikiLeaks viene ridotta a un caso un po´ più radicale di “giornalismo investigativo”, figlio prediletto degli strenui difensori dei diritti civili. Da qui manca solo un passo all´ideologia dei bestseller e dei film hollywoodiani, da Tutti gli uomini del presidente al Rapporto Pelican, in cui un paio di normali cittadini scopre uno scandalo che finisce per coinvolgere il presidente costringendolo a dimettersi. La natura ideologica di queste opere, che fingono di denunciare la corruzione del vertice stesso del potere, è rivelata dal messaggio finale, carico di ottimismo: che grande Paese è il nostro, in cui un paio di persone normali come noi può avere la meglio sul Presidente, l´uomo più potente del mondo!
(© Slavoj Zizek – Lettera Internazionale)

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