Il progetto di nave-scuola per tecnici, attori e cittadini

44 giorni L’occupazione continua. Per l’estate gli intermittenti hanno organizzato atelier per macchinisti, registi e drammaturghi. E a ferragosto una «festa della città » TEATRO VALLE Bifo: «È iniziata una lotta per la riappropriazione

44 giorni L’occupazione continua. Per l’estate gli intermittenti hanno organizzato atelier per macchinisti, registi e drammaturghi. E a ferragosto una «festa della città » TEATRO VALLE Bifo: «È iniziata una lotta per la riappropriazione

 ROMA.L’estate del teatro Valle prevede anche un laboratorio dove apprendere la tecnica di sopravvivenza delle maestranze. Gli intermittenti dello spettacolo che lo occupano da quasi due mesi, insieme a quattro macchinisti ex dipendenti dell’Ente teatrale Italiano (Eti) soppresso dalla finanziaria dell’estate scorsa, lo hanno pensato come un atelier di 75 ore riservato a elettricisti, fonici, operatori video, ma anche a chi desidera conoscere un «sapere unitario, dove arte e mestiere sono incorporati e dove le macchine sono un elemento immaginativo». Sembrerebbe il vecchio sogno di Leonardo Da Vinci, che ha unito arte, scienza e filosofia nella stessa opera. In realtà, spiega la regista Manuela Cherubini, «è quello che accade ancora oggi nella vita dell’attore, il suo corpo e la sua mente sono macchine perfette per creare mondi e ampliare la conoscenza usando le tecniche. L’unitarietà dei saperi nasce dalla pratica creativa, come sostiene anche il filosofo Edgar Morin».

Mauro Persichini, uno dei macchinisti di scena del Valle e «tutor» dell’atelier, ci spiega come ha pensato di organizzare le attività. Dall’8 al 12 agosto verranno illustrate le tecniche macchinistiche e il montaggio delle luci, dal 16 al 20 l’illuminotecnica, fonica e il video e dal 22 al 27 l’arte dell’allestimento. «Voglio offrire – afferma Mauro – le mie conoscenze tecniche per trasmettere il senso di questo mestiere meraviglioso. La partecipazione è aperta a tutti, vale per gli attori, ma anche per i precari che a migliaia vengono al Valle ogni sera. È un corso tecnico vero, diciamo un pre-corso di avvicinamento al mestiere. Da ex macchinista dell’Eti voglio però ricordare una cosa». Prego. «Da quando l’ente è stato soppresso, e siamo diventati dipendenti del ministero dei beni culturali, ai colleghi che si occupavano di promozione e programmazione degli spettacoli sono state attribuite mansioni amministrative. Sono stati destinati al dipartimento dello spettacolo dal vivo. Questa è la perdita di una tradizione e dei saperi che abbiamo sviluppato da vent’anni». Nei prossimi giorni verranno inoltre annunciati altri tre atelier dedicati alla regia alla recitazione e alla scrittura, mentre per Ferragosto gli indipendenti del Valle promettono una «festa grande della città».
Franco Berardi Bifo – che oggi pomeriggio terrà un seminario di auto-formazione sulle politiche dell’austerity adottate in Europa e in serata parteciperà con Enrico Ghezzi ad una jam session sull’«insurrezione dei linguaggi» – si dice molto interessato alla reinvenzione dei saperi che animerà l’agosto teatrale romano. «Questo accade sempre quando i saperi sociali riconquistano la loro autonomia e si mettono in proprio – interviene Bifo al telefono – Oggi vedrò per la prima volta il Valle, ma penso che qui sia iniziata una lotta senza quartiere per riappropriarci di ciò che è indispensabile. Gli atelier di cui mi parli sono un modo per sottrarre il sapere alla macchina statale e non destinarlo più al consumo».
Ma il rischio, aggiungiamo noi, non è quello di diventare asceti? «Capisco la tua obiezione, ma questo rischio francamente non lo vedo – risponde Bifo – Anzi in Italia, e in Europa, si stanno moltiplicando movimenti che possono creare circuiti di autoproduzione e di consumo indipendente. Non stiamo rinunciando a qualcosa, al contrario stiamo dispiegando le potenzialità contenute nel soggetto della produzione sociale». «Il Valle, così come milioni di altri operatori della conoscenza e dello spettacolo – continua Bifo – si stanno dotando delle strutture mentali e politiche per garantire la propria sopravvivenza fuori da quelle dell’assistenza statale. Questo significa che invece di assistenza noi vogliamo riappropriarci dei beni comuni indispensabili per continuare il nostro lavoro e per renderlo redditizio.
Sono questi i temi fondamentali dell’insurrezione europea che Bifo non intende come restaurazione di una società giusta, ma come riappropriazione della vita e delle sue potenzialità. «Se non lo facciamo adesso, andrà a finire malissimo – prevede – quando la vita è a rischio i movimenti rivendicano la legittimità degli atti illegali».

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IN SCENA OGGI
L’insurrezione che viene

 A Franco Berardi Bifo e a Enrico Ghezzi stasera gli occupanti del teatro Valle proporranno quattro parole a sorpresa ispirate al tema dell’«insurrezione dei linguaggi» a partire dalle quali gli ospiti saranno invitati ad improvvisare una jam session. La serata prevede anche la proiezione, o la ricreazione, di «frammenti eversivi» e di «schegge spettacolari». Nel pomeriggio alle 17, Bifo sarà uno degli animatori di un «incontro di auto-formazione» sul tema «L’insurrezione europea è nell’ordine dell’inevitabile. il problema non è organizzarla. essa si organizza da sé». Sul sito teatrovalleoccupato.it un’introduzione alla discussione intitolata «Fare saltare il dispositivo Maastricht. E poi?». Sullo stesso sito è possibile consultare le modalità di partecipazione all’atelier sulla formazione dei macchinisti. Gli intermittenti del Valle chiedono una sottoscrizione di 20 euro a sostegno dell’occupazione e di altrettanti come quota assicurativa contro gli infortuni. La partecipazione è limitata a 18 persone. La mail dove inviare le candidature è: teatrovalleoccupato@gmail.com

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