Grosse balle sulla Val Susa

DEMOCRAZIAKMZERO
Dalla Valle di Susa i media stanno giocando sporchissimo. C’è per esempio una signora, che scrive sulla Repubblica, la quale cita i lacrimogeni della polizia come «fumogeni», nonostante la diffusione di informazioni scientifiche su cosa sia il gas CS, proibito in guerra ma non in valle.

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Dalla Valle di Susa i media stanno giocando sporchissimo. C’è per esempio una signora, che scrive sulla Repubblica, la quale cita i lacrimogeni della polizia come «fumogeni», nonostante la diffusione di informazioni scientifiche su cosa sia il gas CS, proibito in guerra ma non in valle. La Repubblica ha anche fatto uno scoop: tra i No Tav c’è uno che anni fa è stato arrestato per via di Prima linea, l’organizzazione terrorista: ma, a parte il fatto che costui non è mai stato condannato per reati di sangue, mesi prima lo stesso scoop lo aveva fatto La Stampa. Il Televideo annuncia: No Tav contro il tricolore. I sovversivi avrebbero ammainato una bandiera italiana da un monumento di Susa: peccato che una sequenza fotografica mostri due persone normali che, sotto gli occhi di un ufficiale dei carabinieri, affiancano al tricolore la bandiera No Tav. Sarebbe stato uno strano comportamento, per gente che ha accompagnato centinaia di alpini in congedo – dotati di bianco-rosso-verde – a contestare gli alpini schierati a difesa del bunker chiamato cantiere. Il Tg1 dà la notizia terrificante: i No Tav hanno usato come scudi umani dei bambini. Falso, falsissimo. I mezzi di una ditta di Susa che ha un appalto Tav vengono dati alle fiamme, si allude su tutti i media al fatto che a commettere l’azione «vandalica» siano stati i No Tav. Ma quella stessa ditta, che aveva appalti sulla Salerno-Reggio Calabria, subì tempo fa lo stesso tipo di attentato perché si era rifiutata di pagare il pizzo alla ‘ndrangheta: quindi si trattava piuttosto di una azione mafiosa. Lo stesso Pisanu, ministro degli interni che cercò di invadere la valle al tempo di Venaus, nel 2005, e oggi è presidente della commissione antimafia, ha avvertito: infiltrazioni mafiose negli appalti Tav sono più che probabili. E che dire dei «black bloc in arrivo da Genova»? Chissà dov’erano, a Genova, dove non se ne è vista traccia, ma alla Maddalena, scrive sempre la signora di Repubblica, «ne sono arrivati trenta»: non ventotto o trentadue. Forse si sono messi in fila per farsi contare.
In compenso, nessuno racconta davvero quel che accade. Il film su Borsellino che non si è potuto proiettare perché la platea è stata sommersa di lacrimogeni. Uno dei quali è finito dritto in faccia ad Alessandro Lupi, giovane No Tav che era lì con la sua macchina fotografica. Hanno dovuto ricucirgli il palato e le labbra, ha diverse fratture facciali e dovrà essere operato (un video opera di «TG Maddalena», coraggioso gruppo che documenta quel che accade, e una lettera di Alessandro sono in www.democraziakmzero.org).
Dice il mio amico Claudio Giorno, uno dei fondatori del movimento No Tav, che la calunnia sistematica serve a preparare il terreno per qualche ulteriore accelerazione repressiva. Ma, aggiunge, noi non stiamo mai fermi. A fine agosto i No Tav organizzeranno un «Forum sulle Grandi Opere Inutili e sul futuro possibile», cui invitano i cittadini che ovunque si difendono dalle aggressioni chiamate «sviluppo». Chi vuole saperne di più vada sul sito www.11-12-2010.eu.

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