Dal Ducale alla Diaz. Per non dimenticare

In centinaia alla fiaccolata organizzata in memoria del massacro dei ragazzi ospitati nella scuola di via Cesare Battisti.  In piazza anche la prima ragazza che oltrepassò la zona rossa e venne subito malmenata 

In centinaia alla fiaccolata organizzata in memoria del massacro dei ragazzi ospitati nella scuola di via Cesare Battisti.  In piazza anche la prima ragazza che oltrepassò la zona rossa e venne subito malmenata 

Il fumogeno rotola giù da piazza Matteotti, alzando dietro di sé una nuvola rossa. Parte lento il corteo per ricordare l´assalto alla scuola Diaz, i passi scanditi dal ritmo di un fischietto. «Verità e giustizia per Genova» urla lo striscione in spray rosso. «Anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti» ricorda un cartello subito dietro. Qualche centinaio di persone all´inizio, ma via via, scendendo da via XX Settembre, il corteo si rimpingua e, alla fine, supererà le mille unità.
C´è il sindaco Marta Vincenzi («Manca ancora la verità politica, quello che accadde alla Diaz è inspiegabile» dice), qualche assessore, Giuliano Giuliani. E ragazzi avvolti da bandiere della pace, moltissimi arrivati da fuori. «Io sono di Ferrara, avevo partecipato al corteo del sabato, nel 2001 – racconta Andrea, 33 anni – essere qui è un dovere». «Il Paese si sta svegliando – commenta una coppia – non vogliamo pensare che quello che è successo allora oggi si possa ripetere». Si accendono le prime fiaccole, spunta qualche bandiera rossa, anche i vessilli No Tav. «Carlo è vivo e lotta insieme a noi»: rimbombano i cori da stadio sotto al Ponte Monumentale mentre parte anche «Bella ciao», che tutti intonano battendo le mani. Si arriva in piazza Alimonda: sosta d´obbligo sul luogo dove morì Carlo Giuliani. Poi da Tommaseo salita lungo via Nizza: il corteo raggiunge la scuola Diaz, in via Battisti, poco dopo le 22. E fa un certo effetto rivedere quella strada illuminata dai lampioni, soprattutto dopo che qualche ora prima sul maxi-schermo sistemato nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale sono state trasmesse le immagini dell´assalto della polizia di dieci anni fa. «Io non dimentico»: questa la traccia di un incontro intenso ed emozionante cui hanno preso parte diversi legali e anche molti dei ragazzi che in quella scuola sono stati massacrati ed ingiustamente arrestati, trascinati a Bolzaneto e torturati per tre giorni. C´era Valerie Vie, francese di Avignone, la prima donna che varcò la “zona rossa” all´altezza di piazza Dante, che entrò a braccia alzate in segno di pace e venne colpita con bel pugno sul naso da una poliziotta, prima di essere portata via. E c´era Mina Zapatero, spagnola, che con un´espressione dolce ha raccontato quanto l´esperienza del 2001 l´abbia segnata. Dentro. «Ho deciso di iscrivermi all´università, facoltà di legge. Per fare l´avvocato e difendere gli altri, far rispettare le norme, ottenere giustizia. Sono all´inizio, ma temo che farò in tempo a laurearmi prima che finiscano i processi del G8. Per me Genova è stata un´esperienza drammatica, è vero. Ma quando devo associare questa città a qualcosa, non penso alla paura. Al dolore, alla violenza. No. Per me Genova è sinonimo di solidarietà».

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