Copyright, l’Agcom corregge il tiro “I siti Internet non verranno chiusi”

Approvato il nuovo regolamento. Calabrò: eliminate le ambiguità .    Ma continuano a protestare Vita del Pd e Di Pietro. Per il leader idv occorre riformare l’Autorità . Un contrario e un astenuto. Prima del via libera finale, altri due mesi per eventuali modifiche 

Approvato il nuovo regolamento. Calabrò: eliminate le ambiguità .    Ma continuano a protestare Vita del Pd e Di Pietro. Per il leader idv occorre riformare l’Autorità . Un contrario e un astenuto. Prima del via libera finale, altri due mesi per eventuali modifiche 

ROMA – «Abbiamo messo a punto un testo attentamente riconsiderato, dal quale sono state eliminate ambiguità e possibili criticità, fugando qualsiasi dubbio sulla proporzionalità e sui limiti dei provvedimenti dell´Autorità e sul rapporto tra l´intervento amministrativo e i preminenti poteri dell´Autorità giudiziaria». Corrado Calabrò, presidente dell´Agcom, è soddisfatto dell´approvazione, ieri, della delibera sulla tutela del diritto d´autore in Internet. Il testo finale è più morbido del precedente, ma lo schema di regolamento approvato con il voto contrario di Nicola D´Angelo e l´astensione di Michele Lauria lascia ancora ampi margini di dubbio tra esperti e politici. Dubbi che tenderanno a crescere nei prossimi 60 giorni, nei quali è prevista la consultazione per eventuali ulteriori modifiche. Poi la delibera sarà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale.
Nel nuovo testo, chi individua la presenza su un sito di un contenuto non autorizzato, la segnala al gestore, che, se riconosce un´infrazione, può rimuovere il contenuto entro 4 giorni. Se la richiesta non è accolta, o il gestore non è d´accordo con la richiesta, ci si può rivolgere all´Authority che, dopo un contraddittorio di 10 giorni, potrà impartire nei successivi 20 (prorogabili di altri 15) un ordine di rimozione selettiva dei contenuti illegali. «La procedura dinanzi ad Agcom è alternativa e non sostitutiva della via giudiziaria», sottolinea l´Autorità, e viene bloccata in caso di ricorso al giudice.
Sono esclusi dalla procedura i siti senza scopo di lucro, ci sono esenzioni per il diritto di cronaca, commento, critica o discussione, l´uso didattico e scientifico. E per la riproduzione parziale che «non nuoccia alla valorizzazione commerciale». Sottolinea ancora l´Agcom: «La procedura non prevede alcuna misura di inibizione dell´accesso a siti, non si rivolge all´utente finale né interviene sulle applicazioni P2P; non limita la libertà di espressione e di informazione». Ed è poi stata stralciata la parte sui siti esteri, come YouTube o Facebook, che non potranno essere resi irraggiungibili. In caso di ipotesi di violazione, l´Agcom «informerà l´autorità giudiziaria, che si attiverà nelle sedi competenti».
Calabrò assicura che il dibattito sarà ancora ampio, come auspica anche Riccardo Tozzi, presidente dell´Anica (industrie cinematografiche, audiovisive e multimediali): «La difesa del diritto d´autore non deve confliggere con la libertà. E non devono esserci strumentalizzazioni: non vogliamo che un sito “antipatico” sia sospeso perché ha trasmesso qualche frammento di contenuto protetto». Soddisfatta la Federazione degli editori di giornali: quella dell´Autorità è una soluzione equilibrata e trasparente. «Resta il tema centrale: come conciliare la libertà della rete con la tutela del diritto d´autore contro sfruttamenti a scopo commerciale del lavoro e dell´investimento altrui».
Non tutti però sono convinti. Vincenzo Vita, Pd: «Qualche modifica c´è stata, ma dopo 15 giorni di contraddittorio incombe la censura». Di Pietro, in una lettera aperta a Bersani e Vendola: «Mai come oggi arrivano segnali inequivocabili di censura coordinata. Bisogna pensare a una seria riforma della Rai e dell´Agcom, prima che sia troppo tardi».

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