SANT’ANNA DI STAZZEMA/I tribunali tedeschi aspettano
SANT’ANNA DI STAZZEMA/I tribunali tedeschi aspettano AMBURGO. In Germania non si sarebbe mai nemmeno aperta un’indagine per la strage del 1944 a Sant’Anna di Stazzema se non si fosse istruito, presso il tribunale militare di La Spezia, il processo contro Alfred Concina, Karl Gropler, Georg Rauch, Horst Richter, Gerhard Sommer, Alfred Schöneberg, Ludwig Heinrich Sonntag, Werner Bruss, Heinrich Schendel e Ludwig Göring. In seguito alle richieste di rogatoria del procuratore militare Marco De Paolis, alla collaborazione con l’ufficio criminalistico regionale del Baden-Württemberg e con l’ufficio centrale per le indagini sui crimini nazionalsocialisti, nel 2002 anche la procura di Stoccarda si vide costretta a avviare un’inchiesta. Mentre il processo a La Spezia si concluse il 22 giugno del 2005 con la condanna dei 10 imputati, in Germania non successe nulla, sebbene la sentenza italiana sia stata convalidata il 4 marzo 2007 dalla corte di cassazione romana.
Nel 2006 e nel 2007 il dottor De Paolis chiese l’estradizione in Italia dei condannati, secondo le procedure del mandato di cattura europeo. L’estradizione non venne concessa in nessun caso perché, secondo il diritto tedesco, i condannati avrebbero dovuto dichiararsi d’accordo con l’estradizione, il che non avvenne. Inoltre l’inchiesta aperta a Stoccarda costituisce un impedimento all’estradizione, ha quindi l’effetto di tutelare i condannati in Italia.
Il procuratore incaricato del caso a Stoccarda, Häußler, si è mostrato fin dall’inizio assai poco disponibile a collaborare con me, come rappresentante legale di Enrico Pieri, che aveva dieci anni quando a Sant’Anna fu sterminata la sua famiglia. Nel 2005 il procuratore respinse la mia richiesta di prendere visione degli atti, sostenendo che la loro conoscenza da parte delle vittime avrebbe potuto compromettere – a 61 anni dai fatti – l’esito delle indagini. Soltanto un anno dopo, e in seguito all’intervento del tribunale di Stoccarda, ho potuto vedere il fascicolo. Dagli atti, tenuti in modo caotico, non emergevano altri elementi se non quelli da tempo raccolti dalla procura italiana.
Il procuratore Häußler mi dichiarò per telefono già nel 2005 che non avrebbe richiesto un rinvio a giudizio. A suo avviso lo impediva la sentenza pronunciata nel 2004 dalla corte federale, massima istanza penale tedesca, nel caso Friedrich Engel (conosciuto come «il macellaio di Genova»). La corte federale avrebbe fissato criteri così severi per la contestazione dell’aggravante della «crudeltà» – uno dei fattori che rende imprescrittibile l’omicidio – da non poterla provare per Sant’Anna di Stazzema.
Di contro all’argomentazione del procuratore, una condanna per omicidio aggravato (Mord) non è prevista solo in presenza di una particolare «crudeltà» nell’esecuzione, ma anche se si uccide per «motivi abietti». Non sembra che il procuratore abbia esaminato questa seconda ipotesi.
Secondo la giurisprudenza della corte federale, un movente omicida è «abietto» se, sulla base di valori etici condivisi, si colloca al più infimo livello di spregevolezza. Questa connotazione ricorse evidentemente a Sant’Anna di Stazzema. Nessuno degli uccisi, 560 donne, bambini, uomini completamente innocenti, aveva dato ai reparti delle SS un qualche motivo di agire contro di loro. Anche dal punto di vista militare non c’era alcuna ragione per uccidere. Da tempo l’inchiesta di Stoccarda avrebbe dovuto essere chiusa con una richiesta di rinvio a giudizio.
Siccome è improbabile che a Stoccarda si arrivi a un processo, una sanzione per i colpevoli condannati a La Spezia potrà esserci solo se si procederà a eseguire in Germania le sentenze dei tribunali italiani. Le premesse formali in Italia sono espletate. L’estradizione è stata richiesta e respinta dai tribunali tedeschi. La documentazione si trova presso il ministero della giustizia italiano. Da lì dovrebbe venir formulata la richiesta alla Repubblica federale tedesca di assumere l’esecuzione delle sentenze. Starà poi ai tribunali tedeschi valutare se ricorrono, come credo, le condizioni di equivalenza normativa. Ma finora, per quanto mi risulta, nessuna domanda in questo senso è stata avanzata alla Germania dal ministro della giustizia italiano. (Traduzione di Guido Ambrosino)
* Avvocatessa, rappresenta in Germania le vittime di Sant’Anna di Stazzema
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