CORFUà — In ciabatte e bermuda, una decina di italiani abbronzati ma tristi confabulano nel ristorante sul mare di un hotel di Corfù. Sono gli attivisti filopalestinesi della flottiglia per Gaza. Sconfitti. «Il blocco della Striscia ora si estende fino alle coste della Grecia. I greci stanno facendo il lavoro dei militari israeliani.
CORFUà — In ciabatte e bermuda, una decina di italiani abbronzati ma tristi confabulano nel ristorante sul mare di un hotel di Corfù. Sono gli attivisti filopalestinesi della flottiglia per Gaza. Sconfitti. «Il blocco della Striscia ora si estende fino alle coste della Grecia. I greci stanno facendo il lavoro dei militari israeliani.
È quello che scriverò» , dice il vignettista de Il manifesto Vauro Senesi. Un anno di preparativi, centinaia di persone riunite in Grecia, milioni di euro raccolti. L’obiettivo degli italiani, insieme ad attivisti di tutto il mondo, era di salpare per Gaza con 10 navi cariche di passeggeri e di aiuti, allo scopo di rompere l’embargo navale imposto da Israele, di denunciarne l’illegalità. Lo Stato ebraico definisce il blocco necessario contro Hamas, considerata organizzazione terroristica anche da Usa e Ue, e aveva giurato di fermarli. Il viaggio della flottiglia si è interrotto prima della partenza: il governo ellenico ha emanato un «divieto a salpare dai porti greci alle imbarcazioni con bandiera greca e straniera dirette all’area marittima di Gaza» . È firmato dal ministero della Protezione civile.
Alla Guardia costiera si ordina di prendere «tutte le misure appropriate» . E il ministero avverte che «una vasta zona della parte orientale del mar Mediterraneo sarà monitorata continuamente con mezzi elettronici per seguire gli eventuali movimenti delle navi che potrebbero partecipare» . In mattinata il premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva ringraziato i tanti governi (tra cui Usa e Italia) che hanno parlato contro la flottiglia, in particolare il premier greco Papandreou. «L’audacia della speranza» , imbarcazione battente bandiera Usa, ha levato comunque gli ormeggi ieri alle 5 del pomeriggio da Atene, ma è stata fermata dalla Guardia costiera 45 minuti dopo. Dapprima il capitano ha rifiutato di tornare in porto. Tre ore dopo ha ceduto. La barca canadese «Tahrir» si è vista sequestrare i documenti: la portavoce Sandra Ruch ha rifiutato di separarsene e si è fatta portare alla stazione della Guardia costiera.
La partenza degli attivisti era stata già ritardata da problemi burocratici e gli attivisti hanno accusato agenti israeliani di aver sabotato due navi. L’italiana «Stefano Chiarini» doveva trasportare una settantina di passeggeri di oltre 10 nazionalità. Molti hanno i capelli bianchi, alcuni indossano magliette con la faccia di Vittorio Arrigoni, l’attivista ucciso a Gaza da miliziani salafiti. Fino a notte fonda discutono le prossime strategie: si canta «Bella ciao» , si valuta se salpare da Corfù «come gesto simbolico» . Ad Atene, una passeggera della nave americana, Hedy Epstein, 86 anni, sopravvissuta all’Olocausto, spiega: «Ho la febbre di Gaza e può essere curata solo arrivandoci» .
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