IRAN – Era rinchiuso nel carcere di Evin, a Tehran, arrestato come centinaia di altri attivisti e intellettuali dopo la turbolente elezioni di due anni fa, anche se non era ancora stato condannato. Reza Hoda Saber, giornalista e attivista per i diritti umani è morto domenica, a quanto pare per complicazioni al cuore, al decimo giorno dello sciopero della fame cominciato in carcere il 2 giugno, per protestare contro il trattamento inflitto a un’altra detenuta politica, Haleh Sahabi, morta durante il funerale del padre mentre veniva strattonata da agenti di polizia.
IRAN – Era rinchiuso nel carcere di Evin, a Tehran, arrestato come centinaia di altri attivisti e intellettuali dopo la turbolente elezioni di due anni fa, anche se non era ancora stato condannato. Reza Hoda Saber, giornalista e attivista per i diritti umani è morto domenica, a quanto pare per complicazioni al cuore, al decimo giorno dello sciopero della fame cominciato in carcere il 2 giugno, per protestare contro il trattamento inflitto a un’altra detenuta politica, Haleh Sahabi, morta durante il funerale del padre mentre veniva strattonata da agenti di polizia.
Hoda Saber è deceduto in ospedale, subito dopo il trasferimento dal carcere; la notizia è diffusa dall’agenzia semiufficiale Isna. Negli ultimi giorni un sito d’opposizione segnala con allarme anche le condizioni di salute di Abdollah Momeni: già portavoce della maggiore organizzazione di studenti riformisti, («Ufficio per il consolidamento dell’unità»), Momeni era stato arrestato nel giugno 2009 nella sede di un gruppo di appoggio a Mehdi Karroubi, candidato sconfitto. Momeni è parte del gruppo di 25 oppositori detenuti che ha scritto una lettera al governo denunciando la tortura in carcere; da allora le forze di sicurezza lo tengono sotto pressione. Intanto l’economista di sinistra Fariborz Rais-Dana, che in dicembre aveva pubblicamente criticato la politica dei sussidi del governo di Ahmadi nejad, è stato condannato a un anno di galera per «sedizione».
0 comments