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“Militanti e sindacalisti spiati per anni dall’Fbi” È scandalo a Washington

Tra le vittime anche alcuni supporter del presidente. Col pretesto della lotta al terrorismo chi si era schierato contro le guerre è finito nel mirino

 

Tra le vittime anche alcuni supporter del presidente. Col pretesto della lotta al terrorismo chi si era schierato contro le guerre è finito nel mirino

 

NEW YORK – Una caccia alle streghe in piena regola, organizzata nella città di Barack Obama e forse con il beneplacito della sua Amministrazione. E´ una brutta storia che può incrinare i rapporti tra il presidente e una parte della sua base: dai militanti sindacali ai pacifisti. Lo scandalo scoppia in prima pagina sul Washington Post, dopo la denuncia di un comitato di legali che si mobilitano in difesa dei diritti civili. L´accusa: dal 2008 l´Fbi effettua operazioni di “spionaggio” interno contro attivisti di sinistra, la cui unica colpa è di avere manifestato contro la guerra, o in solidarietà col popolo palestinese. Perquisizioni illegali, sequestro di documenti, pedinamenti.
Nel mirino di queste operazioni di spionaggio è finita, tra le altre vittime, Stephanie Weiner. Le hanno portato via agendine personali, diari, documenti di casa. E perfino le magliette con su scritto “Cercasi aiuto: rivoluzionari” che lei vendeva per raccogliere fondi, nella sua casa-negozio intitolata alla Limonata Rivoluzionaria. Con lei altre 23 persone hanno sporto denuncia contro l´Amministrazione Obama. Perché lo spionaggio condotto dall´Fbi contro di loro è cominciato, è vero, sotto l´Amministrazione Bush, ma l´attuale ministro della Giustizia Eric Holder non ha fatto nulla per fermare quelle indagini illecite. Tutto ebbe inizio alla convention del partito repubblicano nel 2008, dove diverse organizzazioni pacifiste si mobilitarono per organizzare manifestazioni. L´Fbi cominciò la schedatura dei militanti e poi andò a seguirli a casa loro. Alcuni sospetti “aggravarono” la loro posizione con viaggi di studio all´estero, sulla condizione palestinese o in Colombia. «Contatti con organizzazioni terroristiche all´estero» secondo l´Fbi. Una montatura, rispondono le organizzazioni che protestano: e tra loro c´è un potente sindacato degli insegnanti, uno dei più attivi nel portare voti a Obama nel 2008. Quattro membri di quel sindacato, dipendenti della University of Minnesota, sono tra i “sovversivi” spiati dall´Fbi in questi anni. «Si tratta di militanti notoriamente non violenti, con alle spalle anni di onorato lavoro al servizio del cittadino, tra loro ci sono insegnanti, sindacalisti», denuncia Michael Deutsch, l´avvocato di Chicago che conduce la controffensiva.
Non vi è certezza che Obama fosse al corrente di quanto l´Fbi stava facendo, anche ai danni dei suoi sostenitori. E tuttavia per il governo è imbarazzante il ruolo svolto dal Dipartimento di Giustizia. Le indagini dell´Fbi finiscono sulla scrivania di un procuratore federale, Patrick Fitzgerald, alle dipendenze del ministero di Washington. Il fatto che il segretario alla Giustizia Holder non sia intervenuto, sembra confermare una costante di questa Amministrazione: la reticenza a troncare le pratiche seguite sotto George Bush dalle varie forze di polizia e dell´antiterrorismo. In virtù del Patriot Act varato dopo l´11 settembre, l´invasione della privacy dei cittadini americani si è estesa a dismisura. Obama non ha impresso una svolta, per paura di finire nel mirino della destra con l´accusa di essere troppo “soft” verso la minaccia terrorista.

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