«Abbiamo 110 anni e tanti giovani con noi I vecchi sono gli altri»

Intervista a Maurizio Landini, segretario generale Fiom-Cgil
«Su Pomigliano abbiamo visto giusto, colpisce che il governo e la politica non vedano la realtà . E non è vero che seguiamo solo le vie dei tribunali»

Intervista a Maurizio Landini, segretario generale Fiom-Cgil
«Su Pomigliano abbiamo visto giusto, colpisce che il governo e la politica non vedano la realtà . E non è vero che seguiamo solo le vie dei tribunali»

Storia e cronaca, cronaca e storia. L’anniversario dei 110 anni di vita per la Fiom cade in contemporanea con le notizie sulla cassa integrazione a Nola e Pomigliano e alla vigilia del processo di Torino intentato proprio dal sindacato di Landini contro la Fiat per il trasferimento di impresa «mascherato» nella stessa Pomigliano. Una specie di circolo che si chiude fra la nascita del sindacato dei metalmeccanici e l’attualità targata Marchionne.
Landini, come si sente ad essere il segretario generale di un sindacato con 110 anni di storia? «Beh, l’età non si sente. Si sente invece la responsabilità di guidare un sindacato che è si è sempre battuto per trasformare la società, che ha contribuito alla conquista di diritti fondamentali per i lavoratori, oggi rimessi in discussione. Non ci sentiamo vecchi anche perché proprio negli ultimi tempi sentiamo attorno a noi l’affetto di tanti giovani e il rinnovato interesse per le questioni del lavoro. Un’attenzione che rende felici ma che allo stesso tempo aumenta, se possibile, le nostre responsabilità». La Fiat ha chiesto la cassa integrazione per cessazione attività a Pomigliano, due anni di cig per ristrutturazione e riorganizzazione nel polo logistico di Nola e due per cessazione attività dell’ex Ergom.
«Credo che questa notizia confermi tutti i dubbi sugli investimenti e sui tempi della vicenda Pomigliano. Dopo il referendum qualcuno parlava di futuro radioso. Invece quasi un anno dopo ci troviamo di fronte alla cassa integrazione in deroga che scade il 18 luglio e l’azienda che ne chiede per altri due anni, decidendo di chiudere altri suoi stabilimenti. Il problema è che le cose che la Fiat ha raccontato un anno fa si stanno rivelando false. Avevano detto più occupazione e invece gli operai sono in Cig e non sanno assolutamente quanti e quando torneranno a lavorare. Mi pare di poter dire che, un anno dopo, avevamo visto giusto su Pomigliano. Colpisce che il governo e la politica in generale continuino a mettere la testa sotto la sabbia per non vedere la realtà e che rimangano subalterni alla Fiat».
In questo quadro, domani inizia a Torino il processo per il trasferimento d’impresa della Newco a Pomigliano… «Mi pare che quanto successo avvalori la nostra tesi. Noi chiediamo al giudice di accertare la palese violazione di legge italiane ed europee sul trasferimento d’impresa, visto che gli operai si devono dimettere da un’azienda e verranno, forse, assunti da un’altra che fa lo stesso mestiere».
Non è che oramai la via giudiziaria è l’unica che seguite? «Da quando esiste il diritto del lavoro un sindacato che si trovi di fronte ad un’impresa che viola le leggi ricorre alla magistratura. È quindi un’attività sindacale. E non è vero che facciamo solo quello, come questa tre giorni di Bologna dimostra». Susanna Camusso è venuta alla festa e ha difeso le ragioni della Fiom. Come sono i rapporti con la confederazione?
«Il rapporto con la Cgil in tutta la nostra storia è stato dialettico, tra entità forti. In questo momento mi pare che dopo lo sciopero generale del 6 maggio da parte della confederazione ci sia grande attenzione per i temi da noi sollevati, in primo luogo rappresentanza e contro gli accordi separati. Chiediamo alla Cgil continuità sotto questo aspetto, chiedendo una legge sulla rappresentanza che renda obbligatorio il voto dei lavoratori su ogni accordo. Non certo quella proposta da Sacconi che vuole sostituire il contratto nazionale con quelli aziendali».
E con gli altri sindacati? Il perdurare dell’atteggiamento Fiat potrebbe far cambiare idea a Fim e Uilm? «Al momento non vedo segnali di ravvedimento. Anzi, la Uil ha appena disdetto l’accordo del ’93 sulla rappresentanza, andando in direzione opposta. Ma continuiamo a sperare che un ravvedimento alla fine ci sia. Noi siamo sempre pronti a coglierlo».?

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