La Fiom verso l’autunno caldo Nell’agenda Fiat, Rsu e contratti

Alla festa si fa il punto sulla stagione alle porte. Il processo sulla «newco» creata da Marchionne che si apre a Torino, l’accordo separato sulla rappresentanza

 

Alla festa si fa il punto sulla stagione alle porte. Il processo sulla «newco» creata da Marchionne che si apre a Torino, l’accordo separato sulla rappresentanza

 

BOLOGNA – I dieci giorni che sconvolgeranno le relazioni sindacali italiane hanno come sfondo la festa nazionale della Fiom, questa settimana a Bologna e la prossima a Milano. Il vento nuovo che soffia in Italia restituendo protagonismo e speranza a milioni di persone non ha certo cancellato gli appuntamenti sociali costruiti in una stagione segnata dalla Grande Crisi, dagli accordi separati contro la Fiom e la Cgil, dal tentativo della Confindustria sponsorizzato dal governo di cancellare i contratti nazionali e, insieme, ogni forma di democrazia nel lavoro. Di tutto questo si sta discutendo a Bologna dove la festa per i 110 anni della Fiom è l’occasione per fare il punto e capire chi sta con chi: persino nel Pd, che sta tenendo a Genova la conferenza nazionale sul lavoro, c’è chi sta con Bonanni e sposa il modello Marchionne, e chi con Landini, come ha spiegato ieri sul manifesto Sergio Cofferati e come conferma la cronaca del primo giorno di assise.
L’agenda fa impressione per quanto è fitta. Oggi a Torino si apre il processo intentato dalla Fiom contro il progetto Pomigliano, imposto con un ricatto volgare da Marchionne e con un referendum-truffa. Prefigura la cancellazione del contratto nazionale, la fine dell’elezione dei propri delegati da parte dei lavoratori, l’espulsione della Fiom dalla fabbrica e l’abolizione dei diritti fondamentali come a scioperare e ad ammalarsi. Ieri la Fiat ha elaborato un testo di cui diamo conto in queste pagine che inizia con la chiusura della fabbrica di Pomigliano. Siccome il modello Pomigliano, esteso a Mirafiori e Bertone, viola la Costituzione, è probabile che la Fiat perderà la causa. Ecco che il governo è pronto a scodellare una legge (ad aziendam) per correre in soccorso del Lingotto.
L’altro appuntamento fondamentale in agenda è per il 24 giugno, non a caso fissato due giorni dopo la verifica di governo: Confindustria, Cisl e Uil hanno già pronto un avviso comune finalizzato a cancellare il contratto nazionale e Rsu, da sostituire con le Rsa. La differenza non è nominale ma sostanziale: i delegati non verrebbero più eletti dai lavoratori ma nominati dai sindacati, e magari solo quelli firmatari di accordi. È il modello Marchionne che vorrebbero trasformare in legge.
In gioco c’è la democrazia, la rappresentanza, la partecipazione. È forse un problema che riguardi solo la Fiom, o solo la Cgil? Rispondere sì sarebbe come dire che la precarizzazione del lavoro e della vita riguarda solo chi ha un contratto co.co.pro o a termine e non l’insieme dei lavoratori. È un problema che riguarda solo i lavoratori o l’insieme dei cittadini, espulsi da ogni tipo di scelta sociale, politica e sindacale? Di tutto questo si discute alla festa della Fiom, e lo si fa con la politica che deve dichiararsi, e spiegare se ha capito qualcosa di quel che è successo alle elezioni amministrative e con i referendum. E la Fiom ne discute con i movimenti reali della società, quelli che non si accontentano di battersi contro Berlusconi perché vedono in Marchionne la traduzione sociale dello stesso progetto autoritario.
È dall’autunno scorso che si è avviato un cammino comune tra gli operai metalmeccanici, gli studenti in lotta contro la Gelmini e una concezione classista del sapere e della cultura, con i precari che non ci stanno a diventare attori di una sciagurata guerra tra poveri, con i movimenti in difesa dei beni comuni e dell’ambiente. Si incontreranno tutti insieme sabato prossimo a Sesto San Giovanni nell’ambito della festa della Fiom che ospita tutti quelli che sono alla ricerca di un nuovo modello sociale, politico ed economico inclusivo, costruito nel rispetto dei vincoli sociali e ambientali. Insieme ai movimenti e ai giovani la Fiom discute di come la difesa dei contratti coincida con la difesa della democrazia, ma anche di una forma di intervento sul reddito che garantisca chi, come i «precari», è ancor meno garantito sul lavoro e nella vita.
Insomma, si preannuncia un inizio estate caldissimo che proseguirà con gli appuntamenti per il decennale del G8 di Genova che vedono ancora la Fiom in un ruolo da protagonista. Vi ricordate «un altro mondo è possibile»? Fu un evento premonitore di quel che sarebbe precipitato nel decennio segnato dai guasti del liberismo e delle guerre. A settembre, infine, inizia l’autunno bollente che avrà al centro la riconquista del contratto nazionale di lavoro messo in mora da un accordo separato tra Federmeccanica e i sindacati complici. Contratti di lavoro come beni comuni da salvaguardare tutti insieme.
Centodieci anni dopo il 16 giugno 1901, data di nascita della più longeva e importante organizzazione sindacale italiana, la Fiom non è in un angolo ma al centro del dibattito politico e sociale, raccoglie intorno a sé consensi, si è contaminata con altre culture e ha contaminato la parte più pulita di un paese che cerca di ritrovarsi.

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