In tenda per la pace l’uomo del Big Ben ha dovuto dire stop

È morto Haw, il simbolo anti-guerra di Londra per dieci anni in sit in davanti a Westminster. Rimuoverlo con la forza, per l’Alta Corte, sarebbe stato ledere i suoi diritti umani   

È morto Haw, il simbolo anti-guerra di Londra per dieci anni in sit in davanti a Westminster. Rimuoverlo con la forza, per l’Alta Corte, sarebbe stato ledere i suoi diritti umani   

Per dieci anni ha resistito alla polizia, ai tribunali e alle intemperie, vivendo in una tenda davanti al parlamento di Westminster. Brian Haw era il simbolo del pacifismo ad oltranza, il «padre di tutti i dimostranti» contro tutte le guerre del mondo, ma in particolare contro il bellicismo della Gran Bretagna di Tony Blair e dei suoi successori, laburisti e conservatori, alleati dell´America nei conflitti in Afghanistan e in Iraq.
Il freddo, la pioggia e la neve non lo avevano convinto a mollare la sua manifestazione di ostinata protesta, né erano servite a farlo sloggiare le pressioni di Scotland Yard e le minacce di persecuzione giudiziaria. Ma adesso se n´è andato: per raggiungere un altro mondo, come si usa dire, perché a 62 anni Haw è morto per un tumore ai polmoni.
Per la verità da qualche mese aveva dovuto abbandonare la sua postazione: era stato ricoverato in ospedale, in Germania nonostante fosse cittadino britannico, perché lì si era trasferita la sua famiglia. «Ci ha lasciato nel sonno, senza soffrire, dopo una lunga e dura battaglia», hanno annunciato ieri i suoi familiari, e non è chiaro se si riferissero alla battaglia contro un male incurabile o anche a quella da lui combattuta per il pacifismo nel cuore di Londra. «Stop killing my kids» (Smettetela di uccidere i miei figli), stava scritto sul cartello issato sopra la sua tenda nel giugno del 2001, quando si accampò in Parliament Square, e da allora aveva fatto più volte ricorso in tribunale per difendere il proprio diritto a protestare. I suoi «figli» erano i soldati britannici mandati a morire con giustificazioni in buona parte poi risultate false, come il possesso di armi di distruzione di massa dall´Iraq di Saddam Hussein, ma pure, in senso più generale, tutti i figli di civili innocenti caduti sotto le bombe dell´alleanza militare dell´Occidente dopo gli attentati del settembre 2011. Alla fine l´Alta Corte di Londra era intervenuta per pronunciare il verdetto finale, affermando che rimuoverlo con la forza sarebbe stata una lesione dei suoi diritti umani. E così anche in occasione del matrimonio del principe William e di Kate Middleton, lo scorso 29 aprile, celebrato nell´adiacente cattedrale di Westminster, la sua tenda era rimasta dov´era, nonostante le autorità la giudicassero indecorosa per una circostanza in cui gli occhi dell´intero pianeta erano sintonizzati su Londra. Sebbene Brian fosse a quel punto già in ospedale in Germania per sottoporsi a cure mediche risultate tuttavia inutili.
La sua battaglia è stata ripresa da numerosi seguaci, che hanno trasformato la piazza del parlamento di Londra in una piccola tendopoli in cui dimostranti di ogni nazionalità protestano contro ogni genere di causa. C´è sempre qualcuno che grida slogan con un megafono sotto il Big Ben. Anche ieri, quando la notizia che Brian non c´è più, lo spettacolo è andato avanti. Non è chiaro se ora la polizia e i tribunali riusciranno a rimuovere la tendopoli. Ma nella nazione che ha inventato lo Speakers´Corner, l´angolo di Hyde Park dove da secoli chiunque può parlare su ciò che vuole in nome della libertà d´espressione, dovrebbe essere motivo di orgoglio che davanti alla «madre di tutti i parlamenti» moderni ci sia qualcuno libero di protestare.

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