Appello urgente per la Tav

Il nuovo sindaco di Torino Piero Fassino, la cui elezione al primo turno è stata salutata come un affermazione della democrazia, deve incontrare il ministro degli interni, Maroni, per incitarlo a sbloccare a mano armata la situazione della Valle di Susa. Dove, come è noto, la generalità  dei cittadini si oppone al tunnel di 50 chilometri della Tav, preliminare al quale è un tunnel «esplorativo» da far partire subito, ché sennò cadono i finanziamenti europei. Perciò la gente occupa da un paio di settimane l’impervia località  della Maddalena, nel comune di Chiomonte, proclamata «Libera Repubblica».

Il nuovo sindaco di Torino Piero Fassino, la cui elezione al primo turno è stata salutata come un affermazione della democrazia, deve incontrare il ministro degli interni, Maroni, per incitarlo a sbloccare a mano armata la situazione della Valle di Susa. Dove, come è noto, la generalità  dei cittadini si oppone al tunnel di 50 chilometri della Tav, preliminare al quale è un tunnel «esplorativo» da far partire subito, ché sennò cadono i finanziamenti europei. Perciò la gente occupa da un paio di settimane l’impervia località  della Maddalena, nel comune di Chiomonte, proclamata «Libera Repubblica».

 Il nuovo sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, la cui elezione è stata salutata come la rinascita della città, già da deputato europeo aveva giudicato l’opera inutile, eccessivamente costosa e catastrofica per la vita degli abitanti. D’altra parte, il capo del partito di De Magistris, Antonio Di Pietro, era stato, da ministro dei lavori pubblici nell’ultimo governo Prodi, un accanito sostenitore della Tav. Mentre Pierluigi Bersani, a volerla dire tutta, da bravo liberista «temperato», non era affatto turbato dal nucleare e dalla privatizzazione dei servizi pubblici: che ora il leader del Pd abbia cambiato idea è una buona cosa, merito dei milioni di cittadini che hanno firmato per i referendum. Insomma, succede che su uno spartiacque fondamentale, quale il tipo di «sviluppo» che ci auguriamo – tema sul quale ha fatto molti esempi concreti Guido Viale sul manifesto di domenica – il centrosinistra non solo procede in ordine sparso, ma sceglie ricette opposte: De Magistris cercando di coinvolgere i cittadini in una soluzione corale del dramma dei rifiuti, ossia la raccolta porta a porta; Fassino invocando l’intervento della polizia contro i cittadini che, in sostanza, vogliono la stessa cosa, una gestione comune di quel che è comune. Sarebbe quindi il caso che, oltre alle tattiche politiche-politiche, Bersani, Vendola, Di Pietro e gli altri si chiedessero se, in effetti, «uscire dal berlusconismo» non voglia dire solamente buttar fuori l’ex incantatore delle masse da Palazzo Chigi e fare in modo un po’ più razionale (ma fino a un certo punto, la Val di Susa dimostra che il retropensiero è: quando ci vuole ci vuole) quel che, ovviamente, i mercati, il Fondo monetario e l’Unione europea, nonché la Nato, vogliono che l’Italia faccia: meno debito pubblico, più precarietà, meno tutele al territorio, più armi, privatizzazione di tutto ciò che è privatizzabile, più produttività… in una parola, la «crescita». Ora Nichi Vendola ha fatto la sua mossa: facciamo un partito unico, tutti insieme nel Pd (o come si chiamerebbe), di modo che le primarie siano meno laceranti di come sono state a Milano (poi, tutto è bene quel che finisce bene) e non si presentino situazioni come Napoli, dove De Magistris ha corso contro il Pd. Magari è una buona idea, ma per fare cosa? Come sempre, la medicina migliore è che i cittadini si diano da fare a prescindere, in modo magari da trascinare poi i partiti, come nel caso dell’acqua. E sulla Val di Susa c’è un «appello urgente» da firmare e far firmare prima che Maroni, stimolato da Fassino, entri in azione. Lo trovate su www.notavtorino.org.

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