Certo, la spallata a Berlusconi. La paura dell'acqua in mano ai privati, delle centrali nucleari. Ma per trovare una spiegazione di massa, un corpo, probabilmente un nuovo corpo sociale a quei "quasi ventisette milioni" andati al referendum, è istruttivo aprire il sito di riferimento dell'ultima battaglia: "Due sì per l'acqua bene comune". In quattordici mesi di lavoro laici e cattolici di base, lo testimonia la pagina web, hanno portato sulla posizione "l'acqua non si vende" 454 associazioni-circoli-comitati-cooperative-movimenti.
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Acqua e nucleare risvegliano i militanti della generazione-web. Hanno lavorato in silenzio per 14 mesi. Ora citano Gandhi: “Prima ci deridevano”

Greenpeace, scout, Arci e Coop le mille

Greenpeace, scout, Arci e Coop le mille

 Certo, la spallata a Berlusconi. La paura dell’acqua in mano ai privati, delle centrali nucleari. Ma per trovare una spiegazione di massa, un corpo, probabilmente un nuovo corpo sociale a quei “quasi ventisette milioni” andati al referendum, è istruttivo aprire il sito di riferimento dell’ultima battaglia: “Due sì per l’acqua bene comune”. In quattordici mesi di lavoro laici e cattolici di base, lo testimonia la pagina web, hanno portato sulla posizione “l’acqua non si vende” 454 associazioni-circoli-comitati-cooperative-movimenti.

Greenpeace, scout, Arci e Coop le mille

 Certo, la spallata a Berlusconi. La paura dell’acqua in mano ai privati, delle centrali nucleari. Ma per trovare una spiegazione di massa, un corpo, probabilmente un nuovo corpo sociale a quei “quasi ventisette milioni” andati al referendum, è istruttivo aprire il sito di riferimento dell’ultima battaglia: “Due sì per l’acqua bene comune”. In quattordici mesi di lavoro laici e cattolici di base, lo testimonia la pagina web, hanno portato sulla posizione “l’acqua non si vende” 454 associazioni-circoli-comitati-cooperative-movimenti.

Si legge poi di 125 comitati di sostegno locale (circoli del Pd, persino del Psi), quindici comuni e undici partiti-movimento tra cui la Federazione dei Verdi e Sinistra e Libertà. Queste 605 singole collettività hanno mostrato una capacità mobilitante straordinaria e adesso, citando Gandhi, scrivono: “Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci”.

Nella stagione della mobilitazione continua (lo scorso autunno gli studenti, prima e dopo il Popolo viola, le donne, i Cobas, la Fiom, quelli dei Post-it contro la legge bavaglio), i movimenti hanno trovato dentro i referendum la loro maturazione. Quelli del Forum per l’acqua e contro il nucleare hanno avuto l’intelligenza di non chiudere le porte a nessuno e accettare, per esempio, il sostegno di un’organizzazione come la Cgil con sei milioni di iscritti: è stato più facile arrivare a un milione e 400 mila firme primato nella storia dei referendum. Tra i fondatori dei c’è tutto l’ambientalismo di base. Le sezioni del Wwf, di Italia Nostra, di Legambiente. Il Wwf, 300 mila soci tra cui diverse famiglie non progressiste, ha movimentato la fase due della campagna “Io voto” con le maratone dal Nord al Sud. Greenpeace, ecologismo d’attacco, una delle ottanta associazioni di “Fermiamoilnucleare”, ha portato in dote 55 mila sostenitori, 160 mila contatti su Facebook, 62 mila su Twitter. Organizzazioni storiche hanno trovato in internet il nuovo strumento di diffusione del pensiero, ma sulla strada hanno dovuto pesare la loro consistenza. Ecco l’Uisp, l’Unione italiana sport popolare: 1.223.000 iscritti, 17.514 società affiliate. Ha chiesto all’attore Massimo Ghini di spingere i suoi iscritti al voto e il presidente Filippo Fossati ora dice: “I cittadini hanno riscoperto l’importanza della partecipazione alle scelte collettive come prerequisito di una buona democrazia”.

Acqua pubblica senza se e senza spa. L’Arci, che per Pisapia sindaco di Milano radunò ventimila persone al concerto di piazza Duca d’Aosta, con 17 associazioni territoriali ha contribuito a fondare il comitato per l’acqua e con un milione e centomila soci a diffonderne il verbo. Undici associazioni consumatori erano dentro la battaglia e la Coop, moloch commerciale da 7 milioni di soci, nei suoi ipermercati ha dato visibilità alla questione “Tutti per l’acqua, l’acqua per tutti”.
Lo slogan di questo laboratorio di nuova militanza è stato “dal centro sociale all’oratorio” e con il ritorno di vecchi arnesi e socialisti radicali – “Io ho fatto il ’68”, è stato l’incipit di molti sul palco della Bocca della Verità – ha riprodotto soprattutto un’alleanza tra laici e cattolici di base dieci anni dopo la dissoluzione del movimento No global. È tornata la Rete Lilliput, quindi Pax Christi, gli scout dell’Agesci e attivissima nelle parrocchie italiane l’Azione cattolica. Se l’intervento per le energie pulite di Papa Ratzinger ha portato un cinque per cento di voti alla causa referendaria, i fondatori delle Acli hanno raggiunto 986 mila iscritti. Il presidente Andrea Olivero sostiene: “Sui servizi idrici bisogna puntare a modelli di gestione partecipata coinvolgendo e sviluppando l’impresa sociale”.

È stato “un grande esercizio collettivo di educazione popolare che ha rotto il tabù della sacralità del mercato”, si è ascoltato dopo la vittoria. Nichi Vendola, che quel mondo conosce, dice: “Il centrosinistra non può che produrre un’alleanza con il popolo dei referendum”. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha allungato il dialogo: “Questi movimenti sono portatori di riformismo”. Non sarà facile. L’ala “social” si è già scontrata con il direttore di RaiTre, Bianca Berlinguer, che in studio non li aveva invitati (non l’avevano fatto Ballarò né Annozero). Dice Paolo Carsetti del Comitato “2 Sì”: “La base di partenza del dialogo sarà la nostra legge di iniziativa popolare, sottoscritta da 400 mila cittadini. Vogliamo ripubblicizzare il servizio idrico”. I comitati promotori ora si sciolgono, il movimento rialza la testa.

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