Ventiquattro anni all’insegna dell’«eccezione»

Dall’infanzia a Cagliari agli anni romani. Fino alla morte, in un campo minato dai tedeschi

 

Dall’infanzia a Cagliari agli anni romani. Fino alla morte, in un campo minato dai tedeschi

 

ROCCHETTA AL VOLTURNO (Isernia) – Scriveva Lucio Lombardo Radice, amico fraterno di Giaime, a 30 anni dalla sua morte: «I giorni della vita di Giaime Pintor sono racchiusi nel breve arco di ventiquattro anni: 1919-1943. Furono giorni intensissimi, lucidi, operosi, ricchi di risultati che durano. Perché, a distanza di trenta anni dalla sua morte, ricordiamo Giaime non solo per la scelta rigorosa e generosa che lo condusse al rischio e al sacrificio (scelta giustamente divenuta emblematica per la chiarezza con la quale Giaime la motivò e la visse); lo ricordiamo anche per quello che è stato e ha fatto prima di quella scelta e di quel sacrificio. Al limite, potremmo dire che di quel giovane ventiquattrenne morto trenta anni fa noi parleremmo ancora, oggi, per quello che aveva rappresentato prima del dicembre del 1943, anche se il suo destino fosse stato diverso. Una vita d’eccezione, una personalità eccezionale». 
Giaime Pintor nacque a Roma il 30 ottobre 1919. Visse la prima infanzia e parte dell’adolescenza a Cagliari, città della famiglia, per poi trasferirsi nel 1935 a Roma. Si laurea in giurisprudenza, e comincia a scrivere giovanissimo sulle riviste di quel periodo: «Oggi», «Primato», «Letteratura», «Campo di Marte», tra le altre. Gli articoli sono spesso di critica al regime e scritti con pseudonimi come Mercurio e Ugo Stille. Quest’ultimo lo condividerà con l’amico Misha Kamenetzky che, dopo la Liberazione e per tutta la vita lo farà suo. Collabora con la casa editrice Einaudi insieme a Leone Ginzburg, Massimo Mila e Cesare Pavese. 
Studioso e traduttore della letteratura tedesca, oltre che storico e polemista, durante la guerra scelse definitivamente il campo partigiano («senza la guerra sarei rimasto un intellettuale con interessi prevalentemente letterari»). Morì in Molise, a Castelnuovo al Volturno, in una missione militare, saltando in aria su di un campo minato dai tedeschi. 
Sono usciti dopo la sua morte tanti libri. Suoi: «Il sangue d’Europa», «Doppio diario», «C’era la guerra», carteggio con Filomena d’Amico. Su di lui: «Giaime Pintor e la sua generazione» di Autori Vari per la Manifestolibri, «Il costante piacere di vivere – Vita di Giaime Pintor», di Maria Cecilia Calabri per la Utet. Giaime è stato oggetto anche di pamphlet revisionisti, tra cui quelli di Mirella Serri, che hanno suscitato molte polemiche.

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