Troppi misteri sulla fuga chi lo ha protetto?

Diario da Belgrado. Le cose si stanno calmando, non sono passati neppure due giorni e la vita continua, business as usual. I nazionalisti si sono un po’ infuriati ma è insignificante la loro protesta rispetto agli anni anteriori e gli arresti precedenti dei ricercati dal Tribunale dell’Aja.

Quando catturarono Milosevic ci fu un conflitto a fuoco; per Karadzic ci furono tumulti e disordini; mentre ora i sostenitori di Mladic fanno fatica a radunarsi e scrivere gli striscioni senza errori grammaticali. Niente di vero nella versione che Mladic fosse protetto da crudeli mercenari che non avrebbero mai abbandonato l´ultima postazione. Niente del “mito” secondo il quale egli non si sarebbe mai consegnato vivo, che avrebbe preferito spararsi un colpo alla testa per diventare un martire, piuttosto che un vecchio demente che si è arreso al primo poliziotto che ha bussato alla porta. Devo ammettere che sono delusa. In questo blitz non trovo la risposta: perché è stato necessario aspettare cosi a lungo? Qual era l´insuperabile difficoltà che impediva di arrivare a lui prima? Risposte non ne abbiamo. Il presidente del parlamento serbo è medico ma soprattutto era una fedele collaboratrice di Milosevic. Mladic ha chiesto di incontrarla e lei c´è andata. Protetto dal giuramento spero che gli abbia sussurrato all´orecchio i suoi segreti. Almeno cosi ci sarà qualcuno ai vertici della Serbia che non potrà mai più dire che «non sapeva», «non conosceva», «non ne aveva idea».
(traduzione Ljuba Jovicevic)