Torino, anarchici contro il Pd scritte e danni in dieci sedi

Tensioni al corteo del Primo maggio. Bruciate bandiere di Cisl e Uil

Tensioni al corteo del Primo maggio. Bruciate bandiere di Cisl e Uil

TORINO – Prima le bandiere di Cisl e Uil bruciate dagli antagonisti alla fine della manifestazione del Primo Maggio, poi l´attacco degli anarchici alle sedi del Pd di Torino. Presi di mira una decina di circoli, tra cui l´ufficio regionale del partito di Bersani. Vetri spaccati e scritte sui muri accompagnate dalla “A” cerchiata: “Pd squadristi e guerrafondai” oppure “Occhio per occhio, vetro per vetro”. Un atto di ritorsione dopo l´aggressione da parte del servizio d´ordine dei Democratici denunciata dagli anarchici durante il corteo della Festa del Lavoro. «Non ci hanno voluto far entrare nel corteo – si legge sui siti che fanno riferimento alla Fai, la federazione ancarchica – ci hanno aggredito, botte e violenze, e ci hanno spaccato il parabrezza del furgone».

Il clima a Torino, a meno di quindici giorni dal voto, si surriscalda. Per Davide Zoggia, responsabile nazionale degli Enti locali del Pd, è necessario che «il confronto politico si mantenga sempre all´interno di confini di civiltà, non sono ammissibili atteggiamenti che nulla hanno a che vedere con la normale dialettica: aggressioni di facinorosi e violenti non ci spaventano». Condanna unanime, Pdl compreso, per il blitz notturno contro le sedi del Pd. «Un gesto che offende non solo i militanti ma tutta la città – sottolineano Gianfranco Morgando, segretario regionale, e Paola Bragantini, numero uno provinciale – non ci faremo intimidire. Si tratta di un atto teppistico e fanatico che colpisce il nucleo più autentico del nostro sistema democratico, le sedi territoriali dove si ritrovano centinaia di volontari. Atti che vanno ben oltre il legittimo diritto al dissenso».
Il Pd replica alle accuse della Fai sul Primo Maggio: «Abbiamo fermato il furgone perché rischiava di investire della gente», racconta Andrea Benedino, responsabile organizzativo. Nessun atto di forza da parte del servizio d´ordine, anche se l´intervento «è stato deciso» ed è seguita «un´accesa discussione: c´erano dirigenti, parlamentari e candidati. Era la seconda volta che provavano a infilarsi per creare del parapiglia». Per ora nessun denunciato per le scritte, ma la Digos sta visionando i filmati delle telecamere delle sedi.

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