Maggioranza assoluta allo Snp, labour ko. Riaffiora il sogno dell’indipendenza. «Referendum!», Salmond conquista il parlamento decentrato voluto da Blair
Maggioranza assoluta allo Snp, labour ko. Riaffiora il sogno dell’indipendenza. «Referendum!», Salmond conquista il parlamento decentrato voluto da Blair
EDINBURGO – L’incubo di Tony Blair è diventato realtà. Lo Scottish national party (Snp) è da ieri il primo partito nel parlamento decentrato scozzese varato dal governo laburista proprio quando Blair era primo ministro. E i nazionalisti hanno subito riesumato l’idea del referendum secessionista: il sogno di una Scozia indipendente è riemerso nelle parole emozionate di Alex Salmond, il leader dello Snp.
Salmond è l’uomo che ha riportato in auge il partito. Lui che era presidente anche quando i nazionalisti subirono uno dei colpi più pesanti in termini di popolarità, negli anni ’90. Dal 2007 era premier di un governo di minoranza. Salmond è un politico anomalo all’interno dello Scottish national party, se non altro per le sue origini di sinistra all’interno di un partito nato e cresciuto in seno alla classe media e imprenditoriale. Fu espulso dal partito alla fine degli anni ’70, perché leader di una fazione di sinistra, il «Group 79». Riammesso, il futuro leader si è progressivamente spostato al centro, mantenendo però alcune posizioni nette come, ad esempio, quella contro la guerra in Iraq del 2003 e quella a favore delle energie pulite e rinnovabili.
A parte questo (questioni su cui il parlamento decentrato non ha potere decisionale) la politica dello Snp in questi ultimi vent’anni si è caratterizzata per la forte matrice nazionalista e populista e per un programma di tagli ai servizi pubblici e al welfare.
Il partito nazionalista scozzese per la prima volta nella sua storia avrà dunque i numeri per formare un governo di maggioranza. Ieri è stata confermata anche l’attribuzione del sessantacinquesimo seggio, cioè quello che garantisce la maggioranza assoluta in parlamento (i seggi totali sono 129).
Le elezioni di giovedì per il rinnovo dei parlamenti decentrati (Nord Irlanda, Scozia e Galles), uno dei fiori all’occhiello della politica del Labour secondo Blair, sono state un disastro per i laburisti. In Scozia il partito guidato da Ian Gray ha subìto una sconfitta pesantissima, perdendo più di 10 seggi. Il segretario nazionale del Labour, Ed Miliband ha preferito mandare consigli all’altro grande sconfitto, il leader dei liberaldemocratici (al governo centrale con i conservatori). «I liberaldemocratici – ha detto Miliband – devono prendere atto di una cosa: gli elettori hanno bocciato la coalizione con i Tories». Dopo giovedì, a livello locale, i LibDem sono rimasti con appena il 15 percento dei consensi.
Il Labour per parte sua può non disperarsi. Se in Scozia è stato il disastro, è andata decisamente meglio in Galles, dove per un solo seggio i laburisti non riusciranno a formare un governo da soli.
I LibDem sono quelli che hanno perso di più, essendo anche nel governo di coalizione. Il leader Nick Clegg ha detto che «il nostro partito viene accusato dei tagli fatti dalla coalizione». E in effetti non è che i LibDem abbiano brillato per l’opposizione alla finanziaria lacrime e sangue del governo di coalizione con i Tories. Curiosamente però, nelle elezioni locali, i Tories mantengono le posizioni, senza accusare grossi colpi. A parte in Scozia, dove già non erano forti: hanno perso ulteriori 5 seggi.
La Scozia dunque da oggi guarda alla prospettiva della separazione dall’Inghilterra con più fiducia. Ma in realtà non sarà così semplice. Alex Salmond ieri ha detto che «in questa nuova legislatura la gente di Scozia potrà decidere il suo futuro in un referendum». Una dichiarazione inevitabile. Ma questi cinque anni di governo hanno fatto arrabbiare sia la destra che la sinistra. Salmond è un politico conservatore o progressista? Salmond ha saputo governare dando un colpo al cerchio e uno alla botte. Il che spiega anche la storica vittoria. Da sinistra viene detto che le politiche fatte proprie da Salmond (contro la guerra in Iraq, contro gli armamenti nucleari) sono questioni su cui in realtà il governo scozzese non ha alcun potere decisionale. Sulle questioni sulle quali il parlamento scozzese ha voce in capitolo le cose vanno diversamente. Lo Snp mostra la sua natura conservatrice. In particolare Salmond e il suo governo sono stati attaccati sulla questione delle Council Tax, che hanno sì congelato ma salvando in questo modo soprattutto i ricchi, quella business class che è l’humus dello Snp. Il che naturalmente non significa che al suo interno il Partito nazionalista (sostenuto anche da Sean Connery) non abbia personaggi più progressisti. La speranza che covava la sinistra in Scozia era quella di qualche seggio in meno per lo Snp in modo da spingere Salmond a un governo con i Verdi. Il che significava spostare un pochino più a sinistra l’ago della bilancia. Ma lo Snp ha stravinto e governerà da solo.
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