Pacifisti italiani verso Gaza: «Colmeremo il vuoto di Vik»

Dal 12 al 18 maggio partirà  alla volta di Gaza un convoglio chiamato CoRum (convoglio restiamo umani): singoli, associazioni e movimenti. Per colmare il vuoto causato dall’uccisione di Vittorio Arrigoni.

Dal 12 al 18 maggio partirà  alla volta di Gaza un convoglio chiamato CoRum (convoglio restiamo umani): singoli, associazioni e movimenti. Per colmare il vuoto causato dall’uccisione di Vittorio Arrigoni.


«A Gaza. Per Vittorio». È l’annuncio dei pacifisti italiani, riuniti nel CoRUM, il “convoglio restiamo umani” nato dopo la morte di Vittorio Arrigoni, attivista ucciso nella Striscia il 15 aprile scorso. Più di ottanta tra attivisti, blogger e videomaker, partiranno oggi per l’Egitto. L’obiettivo è attraversare il valico di Rafah nella mattina del 12 maggio. Il convoglio umanitario ha assunto in poche settimane una valenza internazionale, con le moltissime adesioni giunte dall’estero. Il contesto geopolitico intanto sembra sorridere all’iniziativa. Sul piano interno la riconciliazione tra Hamas e Al Fatah, siglata la scorsa settimana al Cairo, mentre in Egitto il nuovo governo egiziano ha annunciato, a quattro anni di distanza, la riapertura del valico di Rafah.
«Vogliamo colmare l’enorme vuoto causato dalla scomparsa di Vittorio», dicono gli organizzatori. «Era la voce di Gaza e della sua popolazione. Dalla Striscia difficilmente giungono notizie, infatti, e quando avviene sono spesso distorte». Il 15 mag-
gio «celebreremo l’anniversario della Nakba, il “giorno della catastrofe”, ma anche quello del trigesimo della scomparsa di Vik». Presente all’iniziativa anche il palestinese Abdullah Abu Rahmah, membro del Comitato popolare contro il Muro di Bil’in, tenuto in prigione in Israele per due anni. «La presenza internazionale è fondamentale per testimoniare la nostra lotta di resistenza non violenta», dice, «perché non solo ci aiutano a testimoniare al mondo la realtà, ma anche perché l’esercito è costretto a diminuire i suoi metodi violenti. Basti pensare che in questi anni i nostri morti sono stati 28 contro le migliaia della seconda e terza Intifada».
La carovana, che rientrerà in Italia il 18 maggio, ha un programma denso di appuntamenti e si pone tra i traguardi più importanti la costituzione di un media center indipendente. Sono previsti un convegno all’Università di Kar Younis, visite a ospedali in cui presteranno servizio alcuni infermieri del convoglio, incontri con l’associazionismo locale come Gazzella Onlus, che si occupa dell’assistenza ai bambini palestinesi feriti da armi da guerra. Gli attivisti accompagneranno i pescatori e i contadini alle loro terre nella zona cuscinetto. A giugno salperà poi la Freedom Flottilla. Che però è un’iniziativa indipendente, anche se parallela a questa carovana.

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