La crocifissione dimenticata di Kerouac (dipinta a Roma e ritrovata dopo 45 anni)

Tornato negli Stati Uniti, alla fine del suo viaggio in Italia nel 1966, Jack Kerouac scrisse al suo agente Sterling Lord che non vedeva proprio il senso di questo viaggio, «a parte la visita in Vaticano, a parte aver cantato alla meno peggio in un night-club romano e aver dipinto una Pietà  con l’artista italiano Franco Angeli nel suo studio» .

Tornato negli Stati Uniti, alla fine del suo viaggio in Italia nel 1966, Jack Kerouac scrisse al suo agente Sterling Lord che non vedeva proprio il senso di questo viaggio, «a parte la visita in Vaticano, a parte aver cantato alla meno peggio in un night-club romano e aver dipinto una Pietà  con l’artista italiano Franco Angeli nel suo studio» .

L’episodio è riferito da Paul Maher in «Kerouac: the definitive biography» , uscita in America nel 2004. Carlo Ripa di Meana si imbatte nel libro un paio di mesi fa, mentre prepara la mostra «Il sogno fotografico di Franco Angeli 1967-1975» , inaugurata la settimana scorsa ai Mercati di Traiano a Roma. L’esposizione raccoglie le foto in cui l’artista ritrasse Marina Ripa di Meana nei lunghi anni del loro rapporto. Ma di questa Pietà dipinta dall’artista a quattro mani con Kerouac nessuno si ricordava. Così Marina e Carlo hanno cominciato a cercare il quadro, aiutati da Tilde, vedova del celebre giornalista Valerio Riva. «Ci siamo chiesti se l’opera esistesse davvero e chi ne fosse oggi in possesso» , racconta Tilde. «Abbiamo scoperto che nel 2003 lo aveva visto, presso la Libreria Feltrinelli di via del Babuino, il critico Andrea Tugnoli, il quale ne parla nella sua biografia di Angeli. Abbiamo saputo che era stato dipinto nel 1967 e qualche anno dopo era stato acquistato da Gian Maria Volonté. Alla morte dell’attore, la figlia Maria lo avrebbe venduto alla galleria La Nuvola di Fabio Falsaperla, in via Margutta. In seguito se ne erano perse le tracce» . Kerouac era sbarcato a Milano il 26 novembre 1966, accolto da Fernanda Pivano. Ai primi di ottobre lo scrittore è a Roma, accompagnato da Domenico Porzio, a quel tempo capo ufficio stampa della Mondadori. «Che lo sorveglia come una tata benevola» , dice Arbasino. A Roma finisce in quella piazza del Popolo «battuta dai venti e dalla luce come un mare» , eletta a palcoscenico da un gruppo di giovani artisti tra i quali Angeli, Fabio Mauri, Tano Festa e suo fratello Francesco Lo Savio, Mario Schifano e Giosetta Fioroni, gravitanti intorno alla galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis. Plinio ricordava una celebre scazzottata di Kerouac con Festa. Tugnoli riferisce che una sera lo scrittore ubriaco viene sbattuto fuori da un bar di via del Babuino. Franco Angeli lo raccatta e lo porta con sé nel suo studio. Il giorno seguente vanno insieme a vedere La conversione di San Paolo in Santa Maria del Popolo, e all’uscita decidono di dipingere una tela ispirata all’opera di Caravaggio e intitolata La Deposizione di Cristo. Kerouac rientra negli Stati Uniti prima del 9 novembre 1966, perché in questa data sposa Stella, l’amica che lo aiuta ad assistere la madre paralizzata. Quindi il dipinto romano doveva risalire al 1966 e non al 1967. Il giorno dell’inaugurazione della mostra ai Mercati di Traiano, tra gli invitati c’è Otello Angeli, fratello di Franco. Carlo gli chiede: «Ti ricordi del quadro dipinto a quattro mani con Kerouac?» . «Certo, ce l’ha Armenia Balducci (ex moglie di Volonté, ndr)» . E in effetti la tela, circa tre metri per due, è appesa alle pareti del suo appartamento dietro piazza Navona. Carlo chiede di fotografarla. Lo fa sabato scorso, recandosi da Balducci accompagnato da Lorenzo Capellini. E resta colpito dalla rappresentazione: il Cristo deposto dalla croce ha le braccia abbandonate lungo il corpo e il velo sul capo della Vergine è come un manto di sangue. Il senso di struggimento è accentuato dal volo di una rondine. Staccando il quadro dal muro si accorgono che dietro c’è una scritta «Dipinto nel 1966 da Kerouac e da Franco Angeli in via Oslavia 41 Roma» . Balducci ricorda di averlo visto con Volontè nel 1968, appoggiato al muro nello studio di Angeli in via dei Prefetti. Volevano acquistarlo, ma il pittore si rifiutava di venderlo. Alla fine, a corto di soldi, ha ceduto. Ora la tela andrà ad arricchire la mostra ai Mercati di Traiano, dove resterà esposta fino al 4 settembre.

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