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Il Duce testimonial per il candidato filo-Polverini

Pomezia, manifesti e volantini con l’immagine di Mussolini nel kit elettorale di un esponente di destra


Pomezia, manifesti e volantini con l’immagine di Mussolini nel kit elettorale di un esponente di destra


ROMA – Il Duce in primo piano, mascella volitiva e divisa militare, scruta l´orizzonte. Gianluca Caprasecca lo ha scelto come testimonial. È candidato alle amministrative di Pomezia per la Lista «Città Nuove», vicina alla governatrice del Lazio Renata Polverini. Tanto «vicina» che la presidente della Regione è venuta personalmente nella cittadina a sponsorizzare, per la stessa lista, la sua candidata a sindaco Maricetta Tirrito. 
Più nero di così il camerata Caprasecca non potrebbe essere. Nelle centinaia di volantini fascisti distribuiti a Pomezia (alcuni anche affissi su parete) è Benito Mussolini che parla al cuore degli elettori: «Lui ha fondato Pomezia. A noi il compito di farla crescere. Rispetto e Onore. Vota Caprasecca». Direttamente da un film di Totò.
Che agli amici della Polverini sia sfuggito qualcosa? Che ci fa un repubblichino in un «movimento all´insegna del cambiamento», come l´ha definito Salvatore Ronghi, segretario generale della Regione, anche lui insolitamente impegnato a far comizi per i candidati della governatrice? Strana campagna elettorale questa del Lazio. Polverini marcia da sola con i suoi prediletti in diretta competizione con gli aspiranti sindaci del Pdl, la coalizione che l´ha eletta, e del Pd. «Laddove la scelta del Pdl non era condivisibile – dice lei – Noi abbiamo puntato sui nostri candidati che sono dei numeri uno». Caprasecca si è infilato in questa cornice terremotata portando il trovarobato d´epoca. Chissà se finisce i comizi con il braccio teso. E chissà che male ci è rimasto il candidato sindaco del Pdl e della Destra di Storace, Luigi Celori. Ricordate? Lui, ex consigliere regionale, era stato demolito dalla Polverini in corsa alle Regionali. Tutta colpa di un calendario «storico» del Duce, distribuito dai suoi amici nell´«ottantesimo anno dell´era fascista». «Folclore demenziale», l´aveva definito la futura governatrice, seccata di passare per nostalgica. E altrettanto rigore Polverini aveva dimostrato nei confronti di Adriano Tilgher leader storico del Fronte Sociale Nazionale, finito nelle liste di Storace e costretto a defilarsi per non creare polemiche. Celori, nel frattempo, è diventato sobrio. Nel suo sito il logo degli sponsor: Nuovo Psi, Pdl, La Destra di Storace e una Lista civica con l´effigie della statua Minerva Tritonia. Niente Duce. «L´idea – scherza Celori – me l´ha scippata Caprasecca». Ed è finita in zona Polverini. Eia eia alalà.

 

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