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Fo. Una vita da giullare in un mondo che non ride

Il premio Nobel manda in libreria la sua ultima fatica, una riscrittura per parole e immagini delle novelle del Boccaccio. “Quando vado in crisi dipingo o disegno, e rimetto in moto il cervello” confessa. Quanto al teatro: “Si compone di cielo, terra e sottosuolo. Il cielo è coperto, la terra è arida e il sottosuolo è sempre più buio”Il confronto. La grandezza di Boccaccio è aver posto Dio a un lato del suo mondo, mentre Dante continuamente lo colloca al centro Per questo la condanna della Chiesa è molto più forte nei riguardi del primo 

Il premio Nobel manda in libreria la sua ultima fatica, una riscrittura per parole e immagini delle novelle del Boccaccio. “Quando vado in crisi dipingo o disegno, e rimetto in moto il cervello” confessa. Quanto al teatro: “Si compone di cielo, terra e sottosuolo. Il cielo è coperto, la terra è arida e il sottosuolo è sempre più buio”Il confronto. La grandezza di Boccaccio è aver posto Dio a un lato del suo mondo, mentre Dante continuamente lo colloca al centro Per questo la condanna della Chiesa è molto più forte nei riguardi del primo 

Il premio Nobel manda in libreria la sua ultima fatica, una riscrittura per parole e immagini delle novelle del Boccaccio. “Quando vado in crisi dipingo o disegno, e rimetto in moto il cervello” confessa. Quanto al teatro: “Si compone di cielo, terra e sottosuolo. Il cielo è coperto, la terra è arida e il sottosuolo è sempre più buio”Il confronto. La grandezza di Boccaccio è aver posto Dio a un lato del suo mondo, mentre Dante continuamente lo colloca al centro Per questo la condanna della Chiesa è molto più forte nei riguardi del primo 

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